domenica 4 dicembre 2022

Le ragazze della libreria Bloomsbury di Natalie Jenner


📚 Da amante dei libri e delle librerie non potevo farmi sfuggire questo romanzo. Tanto più che il tema principale Ã¨ la disparità di genere nel mondo del lavoro: più volte l'autrice evidenzia quando sia difficile per una donna accedere a posizioni lavorative che per abitudine e chiusura di vedute sono riservate agli uomini. Tema, quello della parità di genere, ancora oggi scottante, sul quale bisogna lavorarci ancora molto.


🫖 Protagoniste sono tre donne forti, determinate e capaci, legate dalla passione comune per i libri. 

Siamo nella Londra del dopo guerra, nel 1949 per la precisione, e le tre donne lavorano nella libreria Bloomsbury i cui ruoli di comando sono in mano ai colleghi uomini, non sempre per merito. Nonostante le ingiustizie che subiscono non si lasciano demoralizzare dalla prepotenza e arroganza dei colleghi maschi e alla prima occasione dimostreranno di essere molto capaci nel loro lavoro.

🗺️ Ma poi, ne vogliamo parlare della mappa della libreria Bloomsbury?

Personalmente adoro le mappe nei libri! 

Non sono l'unica, vero?


domenica 30 ottobre 2022

Tre gradini


Sono in strada, davanti alla nuova casa di Giada, una delle mie migliori amiche sin dall’infanzia.

Esito.

Quella casa mi fa lo stesso effetto di vent’anni fa. Non so perché, ma mi ha sempre inquietata, sin da bambina. Un senso di pericolo mi attanagliava alla sola vista, senza riuscire a spiegarne il motivo. Al rientro da scuola, il passaggio era obbligato, ma non appena la intravvedevo, cambiavo marciapiede, per starle il più lontano possibile.

Dopo decenni di abbandono, Giada ha avuto l’opportunità di acquistarla per un importo irrisorio, facendo un vero affare. Qualche mese di ristrutturazione e ora, anche se i lavori non sono del tutto completati, l’immobile è abitabile e l’aspetto decadente è ormai un ricordo. Eppure, la sua sola vista mi inquieta e il mio malessere davanti a questo edificio è più vivo che mai.

Non ho mai detto a nessuno dell’agitazione che quella casa mi provoca, nemmeno a Giada quando l’ha comprata. Ho solo provato a dissuaderla un pochino, facendo leva sui numerosi lavori di ristrutturazione che avrebbe dovuto affrontare. Ma davanti al suo entusiasmo e all’importo irrisorio che le avevano chiesto, non avevo più avuto argomentazioni. C’era solo la mia ingiustificata angoscia.

Davanti al suo invito, mi sono fatta coraggio. È da troppo tempo che non ci vediamo e le ho promesso di andare a trovarla nella sua nuova casa. Ora però, che sono qui in strada davanti ai tre gradini d’accesso che mi dividono dal portone, mi manca il respiro e ho solo voglia di scappare a gambe levate.

Gli scalini davanti al mio sguardo sembrano allungarsi e farsi enormi, oltre il normale passo di una persona adulta, quasi fossi d’improvviso piccola come un’abitante di Lilliput.  Provo ad alzare il piede destro verso il primo livello, ma ho i muscoli bloccati, come se i miei piedi fossero stati cementati a terra.

Sono solo tre gradini.

Mi faccio forza e con grande fatica arrivo alla soglia d’ingresso. Mi sembra di averci messo un’eternità per arrivare fino a lì. L’inquietudine che mi pervade si fa sempre più forte. Il cuore mi martella in petto, ho le mani sudate e il fiato corto. Allungo una mano tremante verso il campanello.

Il sole pomeridiano ha lasciato il posto a nuvole cupe cariche di pioggia, rendendo quel pomeriggio, fino a poco prima raggiante, novembrino, anche se sono solo i primi giorni di settembre. Il vento si alza forte, scapigliandomi e sollevando polvere e foglie secche. Ritraggo la mano e mi stringo i lembi del golfino attorno ai fianchi, incrociando le braccia sul petto, rabbrividendo.

Alle mie spalle un cigolio, come di una vecchia carriola spinta a fatica da una persona anziana. Mi volto. Nessuno. La strada è deserta.

Qualcuno bussa al portone dall’interno. Mi rigiro verso la casa.

È cambiata.

Appare come il vecchio edificio malandato che era prima della ristrutturazione. Sento un urlo soffocato, come di una persona che prova a gridare, mentre viene strangolata.

Giada, urlo. Ma anche la mia voce è strozzata.

Sento assalirmi un’angoscia opprimente.

Mi ritraggo e metto il piede in fallo. Ruzzolo giù dai gradini.

Con occhi spalancati e fissi su quell’orrendo edificio mi rialzo, incurante del dolore al ginocchio. Poi, di scatto, mi volto a destra e comincio a correre veloce, più lontano possibile da quell’edificio maledetto. Non penso più a nulla, solo a salvarmi da quella casa dannata.

E quando sono abbastanza lontana, mi fermo senza fiato. Respirando a grandi boccate d’aria un pensiero corre alla mia mia amica, in pericolo dentro casa sua.

Con mani tremanti frugo nella tasca per prendere il cellulare; con grande fatica riesco a estrarlo, ma mi cade per terra.  Mi abbasso per raccoglierlo, mentre passa una macchina.

La riconosco: è quella di Giada. E infatti alla guida c’è la mia amica sorridente.

Sorridente?

Sul volto della mia amica, mentre mi sorpassa lentamente, c’è un ghigno terrificante.

 

sabato 17 settembre 2022

Libreria Pagina 27 - Portatemi qui e buttate la chiave!

Sapendo di andare in Emilia Romania in vacanza con le due Sbilf, mi sono appuntata un po’ di cose da visitare e tra queste mi ero appuntata anche una visitina alla libreria Pagina 27 a Cesenatico.

Lo ammetto: avevo visto un reel su Instagram che ne mostrava la bellezza e ne ero rimasta talmente affascinata, che non avrei potuto ritornarmene a casa senza averla visitata di persona. Ciò nonostante, non ero preparata alla magnificenza del luogo!

Il porto di Cesenatico ha sempre un suo perché, disegnato da Leonardo Da Vinci, ospita il museo galleggiante della marineria, con le antiche barche dalle colorate “vele a terzo” decorate con simboli che identificavano le famiglie di pescatori.

La passeggiata al centro è d’obbligo. Ma subito dietro il Porto Canale, in una piazzetta, si trova una delle librerie più belle d’Italia.

L’entrata è piuttosto anonima, ma appena varcata la soglia si viene accolti da un ambiente magico, pieno di libri e piante. Un divanetto rosso sistemato accanto alla porta d’accesso è occupato da un gatto sonnecchiante. Mi sono sempre chiesta cosa lega i gatti ai libri. Forse la stessa cosa che attira i gatti dentro le scatole? Fatto sta che il binomio gatto/libri sembra indissolubile.

Gli arredi antichi magistralmente posizionati straripano di libri invitanti. Più che una libreria, sembra la casa di un lettore accanito. Si capisce a prima vista che si tratta di una libreria indipendente: i titoli proposti centralmente non sono dei soliti romanzi. Insomma, una libreria tutta da scoprire!

Attendo che la libraia finisca di servire una coppia e poi chiedo il permesso di fotografare la libreria. Quella che per me è una domanda scontata, trovandomi a casa d’altri, viene accolta con felice meraviglia dalla libraria, una donna dal marcato accento francese, che mi ringrazia per avere avuto tanta educazione e felice che né io né le due Sbilf ci fossimo fermate all’ingresso a tormentare la gatta (anche se, lo ammetto, la tentazione è stata forte).

Dopo una piacevolissima chiacchierata, la signora ci invita a scendere le scale per visitare la parte inferiore della libreria, area non accessibile liberamente da tutti gli avventori della libreria. Toglie una grossa corda posta di traverso sul primo gradino e ci accompagna nella discesa. Dopo tre scalini, un pianerottolo che invita a voltarsi verso destra e… Wow!

Si viene catapultati in un luogo magico e fantastico!

Avevo visto alcune fotografie pubblicate sui social, ma la vista di quegli archi di mattoni, dell’albero di ciliegio in fiore che ne accompagna la rotondità di quello centrale, e l’arredo da salottino da tè che tanto ricorda quello di Alice nel Paese delle Meraviglie e i libri, tanti libri, sistemati ovunque, è una cosa da togliere il fiato.


Scese fino in fondo alla scalinata la grande Sbilf ha sussurrato: “Mi sembra di violare questo luogo con la nostra presenza”. Ho annuito.

Abbiamo cominciato una lenta e ammirata visita, gli occhi si posavano sui dorsi dei libri, sulle stampe letterarie appese ai muri, soffermandosi sugli arredi: mobili antichi che raccontavano una storia di accoglienza, di tanti libri letti e tante persone raccolte a sorseggiare tè e disquisire di romanzi e pubblicazioni.

Due navate parallele, comunicanti da due archi e nicchie ovunque, magistralmente arredate: divani e poltrone, tavolini pieni di libri, tappeti che delimitano piccole aree, piante, stampe sui muri o arrotolate in cestini, e ancora libri, su scaffali, su davanzali, all’interno di vecchie valige.


La visita si è conclusa con l’acquisto di molti libri (in tre lettrici poteva essere diverso?) e un’ulteriore chiacchierata con la libraia dall’accento francese.

Forse è questo il Paese delle Meraviglie?

Magari la prossima volta (perché ci sarà una prossima volta!), ci capiterà di intravvedere anche un coniglio frettoloso.







 









mercoledì 13 luglio 2022

Il dannato di Paluzza


Silverio, originario di Questas, un piccolo borgo fra Cercivento e Zovello, ogni estate monticava la malga di sua proprietà in Plan dai Ai, che confinava con il territorio della famiglia Brunetti. Silverio era avido come nessun altro e, poiché voleva allargare i propri possedimenti, di giorno in giorno spostava i confini, fino a impossessarsi di un bel pezzo di terreno del signor Brunetti. 

Un giorno il signor Brunetti, controllando le mappe, si accorse che la sua proprietà, in realtà, si stava ritirando e le misurazioni non quadravano. Insospettito, portò in giudizio Silverio.

Il giudice si recò sul posto e una volta giunto sul terreno che Silverio aveva rubato spostando i confini, e che a rigore non gli apparteneva, chiese al medesimo di giurare di trovarsi con i piedi sulla sua proprietà. Silverio, su suggerimento della moglie, in precedenza aveva messo dentro le proprie scarpe due manciate della terra del proprio orto, così giurò spavaldo: “Lo giuro sulla mia anima: sto calpestando la mia terra!” 

Il giudice gli diede ragione.

Dopo poco tempo, Silverio morì. Suonarono le campane a morto e una signora chiese: “Chi è morto?"

Un paesano la informò sulla dipartita di Silverio.

La donna continuò: “Ma come, io l’ho visto poco fa che stava andando con il mazzapicchio dalle parti del Moscardo”. 

L'uomo ribatté: “Non è possibile!”

E invece la donna aveva visto l'anima dannata di Silverio, perché la giustizia terrena gli aveva dato ragione, ma quella divina lo aveva condannato a pagare la propria scaltra avidità: alla sua morte il Signore lo aveva messo a zappare e sfracellare il monte Moscardo, monte che sta sopra Cleulis e che quando piove porta giù un mucchio di detriti e di rocce attraverso un torrente.

Da quella volta, quando vengono le piene, dal Monte Moscardo si staccano massi e quantità enormi di detriti e tutti in coro esclamano: “E’ Silverio che batte!"

martedì 3 maggio 2022

Lettera dopo lettera


Una raffica di tic-tic-tic riempie la stanza.

Le dita rabbiose premono veloci senza sosta i tasti della macchina da scrivere.

La carta frusciante scivola dentro e poi fuori, accompagnata a intervalli regolari dal din che invita a riportare il carrello al punto di partenza.

I fogli vengono tatuati con lettere e parole. Lettera dopo lettera si compongono frasi lunghe e frasi corte, arricchite ed enfatizzate da punti, virgole, doppi punti, punti esclamativi ed interrogativi, o puntini che danzano in gruppi di tre; come un insieme di tessere di mosaico man mano riempiono pagine su pagine. Fogli che una volta estratti vengono impilati silenziosi gli uni sugli altri.

Poi le lettere si incrociano e fermano con un rumore sordo e rollato il ritmo sfrenato delle parole.

Un’imprecazione, solo pensata.

E il silenzio viene nuovamente riempito dal ticchettio ritmato e veloce. Il foglio ricomincia a ruotare, danzante nella sua musicalità linguistica, per fermarsi all’arrivo dell’ultimo punto uguale a centinaia di migliaia già tatuati su pagine fitte di parole e segni, ma che tra tutti è il più importante.

Le dita si fermano, e con esse anche la macchina da scrivere, poi, incerte, voltano le pagine accumulate. Gli occhi scorrono le pagine parlanti, le labbra sussurrano parole, il corpo, che prima aveva vibrato emozionato e invitato le dita a esprimere la propria emozione, assimila le frasi e le giudica. E quelle parole non sembrano più le sue, ma corpi estranei, privi di enfasi e di quelle emozioni che poco prima aveva regalato al ticchettio della macchina da scrivere.

Con rassegnazione le mani, le cui dita sono ancora sensibili per il lungo ticchettare, accartocciano nervose i fogli indegni e li gettano frettolosamente nel cestino.

E la danza ritmata riprende.

domenica 10 aprile 2022

Quando un personaggio secondario diventa indimenticabile


Leggendo i romanzi di Desy Icardi ci si imbattute in un personaggio secondario, presente in tutti i suoi tre romanzi sensoriali (L’annusatrice di libri, La ragazza con la macchina da scrivere, La biblioteca dei sussurri), nonché protagonista del racconto natalizio, con cui l’autrice ha omaggiato i suoi lettori (Il fantasma del lettore passato), ma che colpisce e ammalia e difficilmente si scorda, tanto da non passare affatto in secondo piano. Sto parlando dell’avvocato Ferro, un vecchio omino sbrigativo, la cui più grande passione è leggere.

Vive in un grande appartamento di Torino, ma soggiorna in un’unica stanza: la biblioteca. Lì ha portato il proprio letto e lì si intravvede il suo scrittoio stracolmo di libri. I libri sono ovunque: affastellati sulle sedie, sullo scrittoio e sui davanzali delle finestre; le librerie foderate di libri coprono ogni parete; e poi colonne di volumi impilati sul pavimento e alti più di un metro. Solo la sua poltrona di lettura è sgombra da libri.

Anche quando esercitava, il proprio studio, collocato all’interno dell’appartamento, sembrava più il magazzino di un commerciante di libri usati che non lo studio di un avvocato. Eppure, in quella babele di libri riesce sempre a trovare in brevissimo tempo il titolo che gli occorre e persino a individuare un volume che non gli appartiene.

L’avvocato Ferro non calcola il tempo in ore, giorni settimane, bensì in libri letti. I bei libri sono moltissimi e la vita umana non basta per leggerne che una minuscola parte. Ecco perché, per risparmiare tempo e guadagnare pagine preziose, aveva rinunciato a una brillante carriera forense. La vera ricchezza per Ferro non è accumulare denaro, ma risparmiare tempo per far ciò che più si ama e lui, sopra ogni cosa, ama la lettura. Non ha paura di invecchiare, ma di non riuscire a leggere a sufficienza: vuole raggiungere cento anni di lettura così che possano incidere sulla sua lapide “Avv. Edmondo Ferro – un secolo di lettura”. E calcolando che ha iniziato a leggere a tre anni, deve raggiungere la veneranda età di centotre anni.

Per l’avvocato, la sua capacità di individuare il libro giusto per la persona giusta, è la sua missione: formare nuovi lettori guidandoli in un percorso letterario personalizzato con lo scopo di renderli lettori consapevoli e capaci di scegliere tra la moltitudine di libri esistenti quelli dai quali trarre maggior gioia e giovamento.

E ora ditemi, anche voi vorreste incontrare l’avvocato Ferro? O invece siete stati così fortunati da aver già incontrato una persona simile che vi ha guidato nella vostra formazione di lettore?

Raccontatemi, sono curiosa!



Per chi volesse, qui tutti i libri della Icardi.


domenica 27 marzo 2022

Come pubblicare gratuitamente su Amazon Kindle Direct Publishing (KDP)

Questo articolo nasce dalla richiesta di una lettrice di questo blog, che mi ha chiesto di illustrare, avendolo già fatto per due dei miei romanzi brevi, le modalità di pubblicazione sulla piattaforma KDP di Amazon.

Ci tengo a sottolineare che non sono affatto un’esperta, e quanto vi apprestate a leggere è frutto della mia personale esperienza.

La pagina di accesso la trovate al seguente link: https://kdp.amazon.com/it_IT/, dove dovrete registrarvi e fornire una serie di indicazione necessarie per usufruire del servizio, comprese coordinate bancarie, che permetteranno ad Amazon di accreditarvi le royalties.


Una volta completata la registrazione, cliccate sul link Libreria posto in alto e poi selezionate il tipo di libro che volete pubblicare:

Quindi inserite negli appositi campi la lingua, il titolo del libro, l’eventualmente sottotitolo, la serie o collana se presenti, il numero edizione se non si tratta della prima edizione e l’autore, la descrizione del libro nell’apposito campo di testo, specificate i diritti di pubblicazione dell’opera mettendo il segno di spunta sull’opzione possiedo i diritti di copyright e i diritti di pubblicazione necessari o questa è un’opera di dominio pubblico, infine inserite le parole chiave che descrivano il contenuto della pubblicazione nel campo le tue parole chiave.

La scelta della categoria è facilitata da un apposito menù a tendina, che permette la scelta fino a due categorie.

Infine, specificate se il libro è rivolto o meno a un pubblico di soli adulti (per i cartacei) o le fasce di età e livello scolastico (per l’e-book).

A questo punto premete il pulsante salva e continua e si aprirà un nuovo modulo.

Se per l’e-book il codice ISBN è facoltativo, per il libro cartaceo cartaceo è obbligatorio. Se lo possedete, inseritelo, altrimenti KDP ve ne offre uno gratuito. In questo caso però potrete fruirne solo sulla piattaforma KDP di Amazon, precludendovi la pubblicazione del vostro libro su altre piattaforme:


A questo punto, per il cartaceo, vi verranno chieste alcune informazioni in merito alle vostre preferenze fisiche del libro, quali dimensione finale del libro, tipo di copertina, colore della carta.

Se i passaggi finora sono stati semplici, immediati e intuitivi, un po’ più di problemi lo potranno creare il caricamento del testo e della copertina. Soprattutto per quest’ultima, essendoci margini grafici e risoluzioni non così semplici da capire per i non addetti ai lavori. Bisogna pertanto armarsi di pazienza e provare (altrimenti rivolgersi a un professionista).

Il lavoro è sempre salvabile e può essere comodamente ripreso anche in seguito. Pertanto, ci si può prendere tutto il tempo necessario per ottenere un buon risultato prima di pubblicare il libro. Sarà comunque sempre possibile modificare i parametri anche dopo la pubblicazione, ma personalmente consiglio di pubblicare solo quando si è perfettamente convinti e soddisfatti del prodotto finale, altrimenti si rischia di perdere lettori e credibilità.

A ogni modo una volta caricati il testo e la copertina ci sono le anteprime per valutare il lavoro fatto e correre ai ripari se non si è soddisfatti, riformattando il testo, aggiustando i paragrafi, sistemando la grafica. Per il cartaceo poi, c’è la possibilità di richiedere una prova di stampa. Il servizio è a pagamento, ma il costo è esiguo e ritengo siano soldi ben spesi perché solo con il volume in mano ci si rende conto dell’effettivo risultato delle nostre scelte (banalmente la copertina lucida o opaca fanno una gran differenza nel libro cartaceo). La copia così acquistata presenta una striscia sulla copertina che lo rende inutilizzabile per altri usi. Esistono però le copie autore, a un prezzo inferiore a quello di copertina.


Spero che queste mie brevi indicazioni possono esservi utili!

Fatemi sapere come vi siete trovati e quali sono state le difficoltà maggiori che avete riscontrato.


lunedì 7 febbraio 2022

Quanto deve essere paziente lo scrittore


Stai scrivendo un nuovo romanzo?

È una domanda che ultimamente mi sento porre spesso.

E la risposta è sì.

Anzi ne ho uno pronto e ne sto scrivendo un altro.

La verità è che il lettore ignora quanto tempo ci voglia, non tanto a scrivere un romanzo (anche se io sono particolarmente lenta a farlo), ma quanto tempo ci vuole perché venga pubblicato.

Se si decide di rivolgersi a un editore, bisogna selezionare il potenziale editore, studiandone il sito per verificare che il proprio romanzo rientri nella loro linea editoriale. Poi, una volta mandato il dattiloscritto, inizia una lunga estenuante attesa. Gli editori ci mettono dai quattro mesi in su per valutare il testo e all’autore non rimane che aspettare. Aspettare una risposta che nella maggior parte dei casi non arriva, perché l’editore si farà vivo solo se interessato alla pubblicazione del romanzo.

Quindi niente lettere di rifiuto. Solo una lunga vana attesa.

Ecco, io mi trovo in questa fase: nella lunga (vana?) attesa.

E anche davanti a una proposta editoriale l’attesa non è finita, perché una volta firmato il contratto si parla di altri mesi d’attesa. Nell’ultimo contratto che firmato il tempo previsto per la pubblicazione era di sei mesi, ma sembra che dopo la pandemia i tempi siano lievitati. 

Se si decide per la pubblicazione in self i tempi sono un po’ più brevi, ma comunque mai immediati (se si vuole fare un buon lavoro). Indipendentemente dal fatto che si voglia fare tutto da soli o si voglia rivolgersi a professionisti, bisogna correggere il testo, editarlo, realizzare la copertina, decidere il formato del libro, impaginare il testo, e infine caricarlo sulle piattaforme. Tutti passi che richiedono tempo.

domenica 30 gennaio 2022

Meni e il violino magico


Si narra che tanto tempo fa, in Val Pesarina si aggirasse un omuncolo vestito con un cappello a cilindro verde e un frac rosso e che si portasse sempre appresso un violino. Si narra, anche, che il violino fosse magico e che facesse ballare chiunque ne udisse le note. Si trattava dello Sbilf chiamato Omenut.

Un giorno un fabbro di Pesariis, Meni, noto anche come violinista delle feste paesane, si era recato nel bosco a raccogliere legna e trovò, sotto un abete un bel violino. Forse piccolino per la sua stazza da fabbro, ma di fattura così curata, che il fabbro non dubitò che si trattasse di un violino molto pregiato. Si osservò attorno e, non scorgendo nessuno, raccolse il violino e lo adagiò nella gerla che aveva sulle spalle.

Giunto a casa, si accomodò sulla panchina accanto al portone e provò lo strumento e ne uscì una melodia soave. Nessuno dei suoi violini riusciva a produrre una musicalità tale.

Le donne di passaggio si fermarono al suono del violino e improvvisarono un ballo. Il tempo passò veloce senza che nessuno se ne rendesse conto. Alle donne si unirono presto i bambini, accorsi per cercare le madri ritardatarie, e poi anche gli uomini al rientro dal lavoro. Si fece presto notte, ma Meni continuava a suonare estasiato per la musicalità dello strumento e appagato dal ballo improvvisato.

La notizia giunse all’orecchio del prete, che volle accertarsi di persona. Cadde anche lui nel sortilegio e cominciò a ballare e ballare senza sosta, finendo dentro un cespuglio di rovi. Le spine non furono un deterrente sufficiente per far smettere di ballare: il povero curato continuò la sua danza incurante delle spine che gli laceravano la pelle.

La sera si fece notte e la notizia si diffuse per la vallata, finché non arrivò all’orecchio del comandante dei carabinieri, che si premurò di tapparsi le orecchie prima di intervenire.

Meni fu arrestato per stregoneria e, condotto davanti al giudice, fu condannato all’impiccagione. Allora Meni chiese di poter esprimere un ultimo desiderio, come si soleva accordare a ogni condannato a morte. Chiese di poter suonare per l’ultima volta, subito prima dell’esecuzione, il suo amato violino, così da poter trovare il riposo eterno con la sua musica nelle orecchie. Non si era mai negato un ultimo desiderio a un condannato a morte e così il giudice acconsentì.

Sin dalle prime note suonate dal violino, tutti i presenti si misero a ballare: giudice, boia, guardie e il pubblico accorso all’esecuzione.

Quando le note del violino si dileguarono e i presenti si ridestarono dall’incantesimo, si accorsero che Meni era fuggito. Di lui non si seppe più nulla.

Da allora anche l’Omenut non fu più visto in Val Pesarina.

domenica 2 gennaio 2022

2021: un anno di libri


Eccoci con il primo post dell'anno sui libri letti l'anno precedente. Ormai è diventato un appuntamento fisso.

Ho prediletto gli autori italiani e come al solito i libri cartacei (in formato e-book, quest'anno, ne ho letti solo due). 
Autrici e autori si contendono metà elenco a testa, mentre i saggi sono un po' più del solito e, devo ammetterlo, sono tra le mie letture preferite. 
Molti sono i libri che parlano di libri: il mio tema preferito, indipendentemente dal genere.
  1. La casa di Parigi, Elizabeth Bowen;
  2. Agata Est e il Mostro di Udine, Elena Commessatti;
  3. La signora degli scrittori, Sally Granson;
  4. Storytelling for creators, Andrea Famulo e Andrea Giovanni Spinelli;
  5. Il grande libro della scrittura, Marco Franzoso;
  6. La lupa, Giovanni Verga - Senso e Macchia grigia, Camillo Boito (raccolta di racconti);
  7. Tilly e i segreti dei libri, Anna James;
  8. Le magnifiche sorti e progressive, Umberto Eco;
  9. Sono uno scrittore giapponese, Dany Laferriere;
  10. Memorie di un libraio, George Orwell;
  11. Pericoli di un viaggio nel tempo, Joyce Carol Oats;
  12. Una mummia nell'armadio, H. Joking;
  13. Il libraio di Venezia, Giovanni Montanaro;
  14. Maschi e Murmski, Chiara Bongiovanni;
  15. I racconti del libraio, Martin Lathan;
  16. Luce nella notte, Ilaria Tuti;
  17. Cose spiegate bene - A proposito di libri;
  18. Horrorstor, Grady Hendrix;
  19. La libreria dei piccoli segreti, Corinne Savarese;
  20. I segreti di Casa turquesa, Ornella Albanese;
  21. Le quattro stagioni del giallo, Lucia Galliani e Guido Saletti;
  22. Gli occhi gialli dei coccodrilli, Katherine Pancol;
  23. La biblioteca di mezzanotte, Matt Haig;
  24. Come si scrive un giallo, Patricia Highsmith;
  25. La letteratura inesistente, Sara Gavioli;
  26. La vedova Van Gogh, Camillo Sanchez;
  27. Il quaderno delle parole perdute, Pip Willians;
  28. I fantasmi, Andrea Camilleri;
  29. L'uomo dei sogni reali, AA.VV;
  30. Racconti di Natale, Angela Catalini;
  31. Regali di Natale, Andrea Camilleri;
  32. Niente, Janne Teller.
Cosa ne pensate di questo elenco?
E il vostro com'è, simile o si discosta dal mio?


I libri degli anni scorsi: