venerdì 27 aprile 2018

Dietro le quinte: la copertina

Ho sempre amato sperimentare e provare cose nove e così quando ho deciso di pubblicare L’uomo che misurava il tempo in self, ho provato a realizzare la copertina del mio libro da sola, per vedere come andava, non scartando a priori la possibilità di rivolgermi a un professionista.
In realtà sono stata fortunata, perché ho trovato l’immagine che da sola faceva la cover ed è stato tutto in discesa!
Per questo lavoro non ho trascurato nulla: oltre ad aver studiato le copertine di altri libri, salvandole in una specie di carnet d’ispirazione, ho letto e mi sono documentata in materia e infine, quando ho trovato l’immagine giusta, per evitare di usarne una già utilizzata, l’ho inserita nel motore di ricerca Tineye.com. Non è una garanzia che l’immagine non sia stata mai usata, ma almeno si ha la certezza che non sia abusata. Capita spesso, infatti (anche in libri pubblicati da editori, sigh!) che due o più libri abbiano la stessa immagine e come lettrice è una cosa che mi da un po’ fastidio.
Devo dire, che il risultato finale non è peggio di copertine realizzate da così detti professionisti. Mi è capitato di vedere davvero cover brutte realizzate da persone che si spacciavano per tali… ma come per ogni mestiere, ci sono quelli bravi e ci sono quelli che farebbero meglio a cambiare lavoro.
Ad ogni modo mi sono così divertita a realizzare la mia copertina, che sto provando a giocare un po’ con le card, sempre de L’uomo che misurava il tempo.





Preciso che nel pc tengo un file contenente un po’ di nomi di grafici il cui lavoro mi piace.
Ve l’ho detto: non scarto la possibilità di rivolgermi a qualcuno che davvero sa quello che fa, perché non è detto che con il prossimo libro riesca a realizzarmi la cover da sola.

mercoledì 11 aprile 2018

Scrittori: collaboratori o eterni nemici?

Leggendo le discussioni tra i vari gruppi letterari, in particolare su facebook (social a cui, da un po’ di tempo, partecipo piuttosto attivamente), sembra che noi scrittori siamo esseri arroganti, presuntuosi ed egocentrici, sempre pronti a farci le scarpe l’un l’altro. Insomma dei lupi famelici.
La mia esperienza personale, invece, è davvero l’opposto. Sarà che non sono nessuno e che vendo pochissime copie, per cui non faccio paura a nessuno, ma posso dirvi che in questi ultimi anni ho trovato molti colleghi disposti a collaborare e a darmi preziosi consigli e suggerimenti, sia per quanto riguarda la scrittura sia per la tanto faticosa promozione. Alcuni di loro si sono proposti di ospitarmi sul loro blog o sulla propria pagina autore.
Qualcuno potrebbe obiettare che così facendo attirano potenziali lettori, quelli che seguono me e non loro, ma credo sia proprio questo lo spirito di collaborazione che dovrebbe muovere noi scrittori. I lettori non sono solo miei o solo tuoi: un lettore è per tutti. Quindi io ospito a casa mia uno scrittore nuovo per i miei lettori e i seguaci di quello stesso scrittore conosceranno me, una scrittrice a loro ignota. Alla fine ci guadagnano tutti: il lettore in primis, che è sempre alla ricerca di penne e storie nuove, e tutti gli scrittori coinvolti.
Diversamente, credo che autori che parlano male di altri scrittori e che sono sempre pronti ad additare imperfezioni dei propri colleghi, oltre a dimostrare scarsa intelligenza, non fanno che allontanare non solo potenziali lettori, ma anche i propri. Nessuno ha voglia di addentrarsi in battaglie altrui e avvelenarsi il sangue per le invidie di altri, tanto meno il lettore che nei libri cerca belle storie, suggestive atmosfere e, soprattutto, evasione.

E voi come la pensate?
Come lettori, avete mai risentito di liti tra scrittori?
Come scrittori avete notato, subìto, fomentato questo clima battagliero e di invidia, o piuttosto, come me, siete stati fortunati e avviato collaborazioni proficue con altri colleghi?

sabato 7 aprile 2018

Card promozionali

Tempo fa in un post di Maria Teresa Steri avevo espresso le mie perplessità sulle card promozionali. Un pensiero del tutto personale, puramente calato sulla mia reazione davanti a queste immagini-cartolina. Salvo rare eccezioni, mi hanno sempre dato l’impressione di abusatissimi aforismi, tipo pensierini da cioccolatino, risaltati da un’immagine. Ma nel contempo sono una persona fondamentalmente curiosa, che ama sperimentare e provare cose nuove e così ieri, un po’ per disperazione e in cerca di idee nuove per sponsorizzare il mio nuovo romanzo, un po’ per noia in una giornata non così oberata di impegni e incombenze come di consueto (ma da quanto non mi succedeva di avere un’ora libera?), ho provato a realizzare una card. Ho selezionato una frase dal primo capitolo e poi ho cercato un’immagine coerente (gratuita, sfruttando l’opzione di Google: Strumenti > Diritto di utilizzo >  Contrassegnate per essere utilizzate); poi ho un po’ giocato con gli elementi di grafica. Nulla di impegnativo, solo aggiunto il testo, scegliendo il carattere che mi sembrava migliore, e incollato in un angolo la copertina del libro, tanto per togliermi ogni dubbio sull’effetto “pensierino da cioccolatino”.
Il risultato finale ce l’avete sotto gli occhi.
Devo dire che la reazione degli utenti facebook, dove ho postato la card, è stata positiva: le persone che non mi conoscono direttamente si sono dimostrate molto più interessate dalla card che non da tutti gli altri post di promozione che riportavano solo la copertina del libro.
A voi come sembra?
Qual è la vostra esperienza in merito? Anche voi usate card e simili?