mercoledì 13 luglio 2022

Il dannato di Paluzza


Silverio, originario di Questas, un piccolo borgo fra Cercivento e Zovello, ogni estate monticava la malga di sua proprietà in Plan dai Ai, che confinava con il territorio della famiglia Brunetti. Silverio era avido come nessun altro e, poiché voleva allargare i propri possedimenti, di giorno in giorno spostava i confini, fino a impossessarsi di un bel pezzo di terreno del signor Brunetti. 

Un giorno il signor Brunetti, controllando le mappe, si accorse che la sua proprietà, in realtà, si stava ritirando e le misurazioni non quadravano. Insospettito, portò in giudizio Silverio.

Il giudice si recò sul posto e una volta giunto sul terreno che Silverio aveva rubato spostando i confini, e che a rigore non gli apparteneva, chiese al medesimo di giurare di trovarsi con i piedi sulla sua proprietà. Silverio, su suggerimento della moglie, in precedenza aveva messo dentro le proprie scarpe due manciate della terra del proprio orto, così giurò spavaldo: “Lo giuro sulla mia anima: sto calpestando la mia terra!” 

Il giudice gli diede ragione.

Dopo poco tempo, Silverio morì. Suonarono le campane a morto e una signora chiese: “Chi è morto?"

Un paesano la informò sulla dipartita di Silverio.

La donna continuò: “Ma come, io l’ho visto poco fa che stava andando con il mazzapicchio dalle parti del Moscardo”. 

L'uomo ribatté: “Non è possibile!”

E invece la donna aveva visto l'anima dannata di Silverio, perché la giustizia terrena gli aveva dato ragione, ma quella divina lo aveva condannato a pagare la propria scaltra avidità: alla sua morte il Signore lo aveva messo a zappare e sfracellare il monte Moscardo, monte che sta sopra Cleulis e che quando piove porta giù un mucchio di detriti e di rocce attraverso un torrente.

Da quella volta, quando vengono le piene, dal Monte Moscardo si staccano massi e quantità enormi di detriti e tutti in coro esclamano: “E’ Silverio che batte!"

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