Una
delle mie passioni sono le case. Mi piace sfogliare riviste di settore e guardare
programmi di arredamento e di ristrutturazioni e, se ne ho la possibilità, non
esito a sbirciare dalle finestre dei miei vicini: non per vedere cosa stiano facendo, ma per vedere com’è arredata la loro casa. Sono una specie di voyeur dell’arredamento. In fondo una
casa è un po’ lo specchio dei suoi abitanti, una manifestazione del loro modo
di essere, delle loro passioni, della loro vita. Credo che questa mia passione per
l’osservazione degli interni non sia molto lontana della mia passione per la
scrittura. Anche attraverso la scrittura si osservano le persone, le loro reazioni,
i loro sentimenti.
Casa
mia, ad esempio, è un po’ rustica e un po’ moderna, in continua trasformazione.
Ogni volta che vengono gli amici a trovarci c’è una cosa nuova da guardare: un
nuovo mobile, una nuova sistemazione, un nuovo colore, un angolo
trasformato. E poi ci sono libri un po’
ovunque, non sono solo relegati all’interno della biblioteca (seppur piuttosto
grande per una normale abitazione di piccole dimensioni). La definizione che amo
di più per casa mia è: vissuta. Non c’è niente di statico,
spesso in disordine, in continuo divenire; le cose non saranno mai in ordine,
ben esposte, come in un museo. Mi piace anche ornarla a seconda delle stagioni
e dell’umore. E mi piace pensare di essere un po’ così anch’io: in continua
evoluzione, alla ricerca di qualcosa di nuovo e piena di vitalità.
Che
ne dite, rispecchia un po’ l'idea che vi siete fatti della scrittrice che c'è in me?