Il ragno Cocò non era una ragno come
tutti gli altri. Era un ragno vegetariano. Per cui non mangiava altri insetti e
costruiva la sua ragnatela solo per fermare piccoli animali e poterli conoscere.
Era, infatti, un ragno molto curioso e ansioso di fare nuove amicizie.
Costruì la sua ragnatela sulla finestra
di una vecchia casa e vi rimase impigliata una mosca. La poverina cominciò
subito a piangere e a chiamare aiuto.
«Non ti preoccupare. Non voglio farti
del male!» Cercò di tranquillizzarla il ragno Cocò. Ma la mosca non gli
credette.
«Voglio solo conoscerti. Facciamo così:
io ti libero e poi tu ti fermi a fare due chiacchiere con me.»
La mosca, ancora in lacrime, fece un
cenno di sì con la testa. Il ragno Cocò, come promesso, la liberò. Non fece
nemmeno in tempo a slacciare l’ultimo filo, che la mosca volò via veloce.
Il ragno Cocò ci rimase molto male.
Costruì, allora, una ragnatela tra i fili dell’erba. Subito vi rimase
impigliata una formica. La formica spaventata cercò di liberarsi e chiamò
aiuto.
«Non ti preoccupare. Non voglio farti
del male!» Le disse il ragno Cocò.
«Non è vero: tu vuoi mangiarmi!» Le
rispose la formica battagliera.
«Voglio solo conoscerti. Io ti libero e
poi tu ti fermi a fare due chiacchiere con me.»
«D’accordo. Liberami!» Gli rispose la
formica.
Il ragno Cocò, ricordandosi della
mosca, le chiese conferma: «Mi prometti che non scappi via, appena ti libero?»
«Te lo prometto.»
Ma non appena il ragno Cocò ebbe
sciolto l’ultimo filo, la formica si mise a correre e si allontanò veloce,
senza voltarsi indietro.
Anche questa volta il ragno Cocò ci
rimase male. Decise però di riprovarci e costruì una ragnatela tra due alberi.
Ben presto vi rimase impigliata una
farfalla colorata, che non provò a liberarsi perché aveva paura di rovinarsi le
delicate ali, ma si mise a piangere disperata.
«Ciao.» Le disse il ragno. «Io sono
Cocò e tu chi sei?»
Ma la farfalla in lacrime non gli
rispose.
«Non piangere. Non voglio mangiarti,
voglio solo fare la tua conoscenza.»
«I ragni mangiano le farfalle…»
Sussurrò con un filo di voce la poverina.
«Facciamo così,» le disse il ragno
Cocò, «tu mi rispondi e poi io ti libero.»
«Me lo prometti?»
«Promesso. Cocò mantiene le promesse!»
La povera farfalla non aveva scelta,
doveva fidarsi della promessa del ragno.
«Io sono una farfalla e mi chiamo
Lalla.»
«E dove vivi?»
«Laggiù, tra i fiori.»
«Sembra un bel posto.» Disse ragno
Cocò. «È colorato come le tue ali. E cosa mangi?»
«Il nettare dei fiori.»
«Ed è buono?»
«Buonissimo. A me piace davvero molto.
Ora mi liberi?»
«Certamente. Cocò mantiene le
promesse!»
Quando ragno Cocò sciolse tutti i fili,
Lalla volò via. Cocò le urlò dietro: «Grazie per aver parlato con me!»
La farfalla Lalla allora ritornò
indietro e gli chiese se aveva voglia di assaggiare il nettare dei fiori. Il
ragno Cocò la seguì volentieri e subito i due diventarono ottimi amici.
Se un giorno vi capitasse di vedere un
ragno volare sul dorso di una farfalla, saprete di aver incontrato il ragno
Cocò e la farfalla Lalla.