Ho sempre ritenuto che il finale di un romanzo sia più importante di un buon incipit, perché tira le somme di una (bella) storia, chiudendo tutte le cose in sospeso. Può essere positivo, negativo, a sorpresa o aperto. Però deve essere efficace: è la prima cosa che il lettore si ricorderà del tuo libro. Se non gli piace, quando penserà al tuo libro ricorderà solo che è quello con il finale deludente, senza nemmeno sforzarsi di ricordare cosa lo aveva tenuto incollato nella lettura fino all'ultima pagina.
A volte il finale è la normale conclusione della vicenda e quasi si scrive da solo. Ma, ahimè, ciò non vale sempre. A volte il finale bisogna proprio costruirselo.
Quando scrivo racconti amo pensare prima al finale e poi ci sviluppo la storia attorno (come ad esempio: Il furto della collana victoria e L'infallibile piano di Aldo Ubaldo e Con il vestito di taffetà rosso), perché mi piacciono a sorpresa e spiazzanti. Il romanzo però è diverso, si sviluppano trame diverse, si intrecciano storie differenti, i tempi sono più lunghi e il finale scioccante non si addice a qualsiasi vicenda.
Non ho una grandissima esperienza in fatto di romanzi, perché fin'ora ne ho scritti solo due brevi (Il valore di un libro e 1976 - L'urlo dell'Orcolàt), ma il finale è venuto da solo. Invece ora non so proprio come concludere il romanzo che sto scrivendo. Quando ho iniziato la sua stesura ne avevo uno in mente, ma procedendo l'ho trovato sempre più banale perché sa di "minestra riscaldata". E così mi sono un po' arenata.
A voi come piacciono i finali?
Come li scrivete?