domenica 2 novembre 2025

Otto racconti per una challege ed. 2025

Già l'anno scorso avevo partecipato nel mese di ottobre, con soddisfazione, a questa challenge organizzata su Instagram dalla scrittrice Maria Novella Giordi. E quest'anno ho deciso di riprovarci. 

Per me non è semplice scrivere "a comando", eppure mi sono resa conto che avere delle regole da seguire, riesce ad attivare la mia creatività.  Sembra quasi un ossimoro, ma vi garantisco che non lo è. Avere un genere prefissato (il fantasy), delle parole da usare e uno spazio limitato (un solo post, niente caroselli), mi hanno permesso di allenare la mia fantasia e di uscire dalla mia confort zone di scrittura. 

Qui di seguito, quindi, gli otto mini racconto della challege #fantawritober.

Ditemi cosa ne pensate e ditemi qual è quello che più vi piace!



ANIMA

Guardò il foglio davanti a sé, le scritte piccole, piene di promesse. La sua firma in calce alla pagina, appena vergata, prese a brillare, assumendo dapprima le tonalità dell'oro, per poi virare ai colori caldi del rosso e dell'arancio, quasi che le lettere del suo nome prendessero fuoco.

Già il fuoco.

Così gli avevano sempre descritto l'inferno: fiamme eterne e dannazione eterna.

Ma non era forse già una dannazione la sua misera vita, fatta di oblìo e povertà? 

In fondo cos'è l'anima se non la parte incorporea e invisibile dell'essere umano? Sempre che esistesse davvero.

Non aveva esitato un secondo ad apporre la propria firma e a vendere la propria di anima in cambio di una vita di fama e ricchezza.

Ma ora... le fiamme eterne già lo reclamavano.



GIMORIO

Almeno una volta al mese arrivava in biblioteca qualcuno con scatoloni pieni di libri provenienti da cantine o soffitte. All'inizio della sua carriera, la bibliotecaria li accoglieva con entusiasmo e non vedeva l'ora di lanciarsi alla scoperta del loro contenuto. Con il tempo però l'entusiasmo era scemato: quegli scatoloni contenevano per lo più vecchie enciclopedie inutili, in un'area dove le ricerche si fanno con lo smartphone, o romanzetti di quart'ordine che nessuno prendeva in prestito; rare volte capitava qualche classico, ma già presenti sugli scaffali della biblioteca.

Quel giorno invece, quando arrivò la giovane donna con un unico scatolone di libri appartenuti alla nonna mancata da poco, la bibliotecaria l'accolse con rinnovato entusiasmo.

In paese si mormorava che l'anziana donna fosse una strega. Vero o no, la donnina era un tipo alquanto eccentrico. E in quello scatolone era certa che non avrebbe trovato la solita enciclopedia.

Tagliò il nastro adesivo e lentamente sollevò le ali di cartone. All'interno trovò libri dall'aspetto antico, con le copertine scure un po' consunte, ma piene di fascino. Un volume in particolare attirò la sua attenzione. Aveva la copertina di pelle e una chiusura a fibia; sopra era inciso a pressione un pentacolo. 

Un grimorio!

Allora era vero, la vecchia era stata una strega.

La bibliotecaria prese il libro e lo infilò nella sua borsetta. Quel libro non sarebbe mai finito sugli scaffali della biblioteca. 



FULMINE

La corsa disperata nel fitto bosco. Il fiato pesante, i polmoni che reclamano aria. Le fronde degli alberi gli frustano il volto e le braccia scoperte. Il temporale è sempre più violento e l'acqua spinta dal vento gli ferisce gli occhi rendendo ancora più difficile la fuga.

È sempre più buio.

Un essere con un machete lo sta inseguendo. Ha solo il corpo umano; il volto invece è quello di un cinghiale con lunghe zanne bianche e occhi rosso come due laser nella notte; una lunga coda si agita nel tentativo di afferrarlo.

Non ha tempo di pensare cosa sia.

Non ha tempo di chiedersi perché. Deve scappare per salvarsi.

Inciampa in una radice e cade con il viso nel fango. Si rialza agile e riparte incurante della terra in bocca che gli cola in gola a ogni respiro affannato.

Sente la presenza sempre più vicina. Un sibilo alla sua sinistra lo fa sobbalzare, appena in tempo per spostarsi verso destra per evitare la lunga coda, che però gli frusta la spalla, facendogli perde l'equilibrio e cadere di schiena.

Un fulmine squarcia il cielo cupo, rischiarando per un attimo tutto quello che lo circonda. Giusto il tempo per vedere l'imponente ombra del mostro alzare il machete.



POZIONE

Aveva trovato il vecchio libro tra le cose della nonna e incuriosita dal titolo, Il Libro Delle Ombre, se l'era portato a casa. Quella sera lo aveva sfogliato e si era messa a ridere.

«Guarda qua cosa aveva la nonna.» Disse al gatto addormentato sulla sedia accanto alla sua. «Il libro di una strega, pieno di pozioni e incantesimi.»

Poi, ancora divertita, aveva scelto una pagina a caso e, per gioco, aveva deciso di provare a realizzare la pozione.

«Vediamo se riesco a evocare una strega perduta!» Disse ancora una volta al gatto.

Gli ingredienti dovevano essere lavorati in un mortaio d'argento, che non aveva. Ma aveva una vecchia zuccheriera d'argento con il proprio cucchiaino, che avrebbe usato come pestello. La maggior parte degli ingredienti erano semplici, come il rosmarino o il rametto di cipresso che prese in giardino. Poi serviva il sangue di strega.

Sorrise.

«Be', in questo momento sono io la strega.» E così dicendo, con l'aiuto di un coltello da cucina, si fece un piccolo taglio sul mignolo e lasciò cadere un paio di gocce del suo sangue sopra gli altri ingredienti. Mescolò il tutto e pronunciò la formula seguendo le indicazioni del libro.

Aveva provato per gioco e fu l'ultima cosa che fece. Dalla zuccheriera-mortaio uscì una nuvola nera che l'avvolse e si nutrì della sua energia. Quando cadde a terra esanime, l'ombra rinvigorita aveva preso le sembianze di una donna.



BACCHETTA

La levatrice cacciò un urlo e quasi lasciò cadere la neonata. La porse con mani tremanti alla madre, che la prese dolcemente, guardandola con occhi spaventati in cerca di una spiegazione. Poi volse lo sguardo supplicante verso la levatrice in cerca di una risposta. Non ottenendola, tornò a guardare quel piccolo essere che stringeva tra le braccia. Cos'è che non andava in lei? Era una bellissima bimba rosea e all'apparenza perfetta.

Infine la levatrice allungando un dito esitante indicò il polso grinzoso dell'infante.

«Il segno del Diavolo...»

Allora anche la puerpera la vide: una piccola voglia rossa a forma di bacchetta.

Gli occhi vispi della neonata si posarono sul volto della madre e la minuscola bocca si allargò in un sorriso. Poi voltò lo sguardo verso la levatrice pallida e tremante.

La voglia a forma di bacchetta prese a brillare, emanando una calda luce rosata e man mano che si diffondeva nella camera investendo gli oggetti, questi iniziarono a fluttuare nel vuoto.

La levatrice si precipitò fuori dalla stanza urlando: «È nata una strega! Che Dio ci aiuti! È nata una strega!»



CORVO

«Sciò! Sciò! Maledetta bestiaccia!»

Amelia roteava sopra la testa la sua scopa.

Da giorni un corvo svolazzava attorno alla sua casa isolata nel bosco. 

«Vai dalla tua padrona e dille che qui non c'è trippa per gatti!» Urlò Amelia continuando a brandire la scopa.

«Ma con chi credete di avere a che fare? Sono una strega anch'io e so bene che i corvi sono i messaggeri delle streghe. Mica sono una principiante io! Che poi, messaggeri... altro che messaggeri! Spie! I corvi sono spie!» Mollò la scopa e prese a lanciare le mollette per stendere il bucato.

«Ma poi, spiare una strega in pensione! Ho appeso la scopa al chiodo da un pezzo! Non faccio più incantesimi o fatture da anni.»

Le mollette non sortirono alcun effetto. Il corvo continuava a svolazzare sopra la sua testa gracchiando.

Allora Amelia riprese la scopa e con rinnovata energia riprese a brandirla in aria. Finalmente riuscì a colpire l'uccello, che stordito cadde a terra.

Nel contatto aveva sentito una scossa, nelle mani, come se toccando il pennuto la scopa avesse acquisito energia. Si avvicinò cauta all'animale tramortito. Gli diede una spinta con le setole di saggitta per accertarsi che fosse ancora vivo. Era una strega, ma mai avrebbe ucciso un essere vivente, sia pure alle dipendenze della più perfida strega del mondo.

Nel contatto, però, la scopa prese a vibrare e il corvo a emanare una forte luce viola sempre più grande. Quando la luce si dissolse, al posto del corvo era comparsa una donna.

«Amelia cara, sei riuscita a sciogliere l'incantesimo! Grazie al potere della tua scopa e alla potenza della tua magia!» 

Amelia non poteva crederci. Quella davanti a lei era sua sorella, scomparsa tanti anni prima.

Si corsero incontro e si abbracciarono colme di felicità. 



AMULETO

La battaglia era più cruenta del solito. Erano già caduti in molti da entrambi i fronti.

Il benandante a cavallo del suo gatto brandiva la sua mazza di finocchio con maestria, accompagnato dal suo angelo custode tutto d'oro. Un colpo al fianco lo sbalzò giù dal dorso del suo animale, facendolo cadere a terra. Rotolò per alcuni metri, mollando la presa del suo bastone.

Uno stregone giunse in volo sopra di lui brandendo la sua canna di sorgo.

Il benandante si sentì smarrito senza la sua mazza. Portò una mano al collo in cerca del suo amuleto, un sacchetto che conteneva un brandello della sua camicia di nascita, e che lo avrebbe sempre protetto. Ma non lo trovò. Nella caduta aveva perso anche quello.

Ma dietro le spalle dello stregone, il suo angelo custode iniziò a scintillare, allungando una mano a indicare un punto del terreno non distante. Il benandate schivò un colpo dello stregone rotolando sul fianco verso il punto indicato dall'angelo. Riuscì ad afferrare il suo amuleto e subito una luce blu lo accolse, giusto in tempo per proteggerlo da un altro fendente dello stregone. Questi nell'urto fu sbalzato lontano privo di vita.

La battaglia volgeva al termine, a favore dei benandanti. Anche questa volta erano riusciti a salvare l'arrivo della Primavera.



PORTALE

Dicevano che quel murales era stato commissionato a un noto artista della Capitale, ma lei non ci vedeva nulla di artistico. E soprattutto quel dipinto la inquietava, con quegli occhi indemoniati e le labbra contratte, i palmi delle mani rivolte verso l'esterno, come se fosse imprigionata in un'altra dimensione. Sì, come il temibile Zod in Superman, quando veniva intrappolato nella Zona Fantasma.

Ogni volta che passava lì accanto, un brivido le percorreva la spina dorsale. Non osava alzare gli occhi per non incrociare lo sguardo dipinto.

Eppure in qualche modo si sentiva attratta. E così un giorno alzò lo sguardo e incrociò gli occhi. Si avvicinò e posò una mano sul muro.

Per un brevissimo istante le parve che le labbra della donna si increspassero in un sorriso.

Effetto ottico, si disse, perché era la prima volta che vedeva quell'immagine così da vicino.

D'improvviso si sentì afferrare la mano e tirare, ma non sbattè contro il muro. Il buio l'avvolse mentre dalla bocca le uscì un grido di terrore. Si voltò nel tentativo di tornare indietro. Vide la strada da cui era stata risucchiata e cercando di raggiungerla andò a sbattere contro una parete invisibile. Disperata mise le due mani contro la barriera invisibile e allora la vide: la donna dipinta del murales in carne e ossa che la guardava e rideva diabolica.

«Finalmente! Grazie ragazzina! Sei riuscita ad aprire il portale per farmi uscire!» Rideva la strega.

«Goditi la tua reclusione nel Muro dell'Obblio. Prima o poi qualcuno di così innocente passerà e aprirà il portale e prenderà il tuo posto!» E così dicendo, la maligna si allontanò continuando a ridere satanica.

Blister: recensioni in pillole! #SettembreOttobre2025


L'ATLANTE DELLE PAROLE di Diego Fontana

Un viaggio tra le parole alla scoperta del loro significato più intrinseco. Un viaggio che assume le sfumature di un racconto d'avventura in esplorazione linguistica.

In questo libricino saliamo, infatti, su una mongolfiera e passiamo da un luogo all'altro, varcando le porte del tempo per poi trovarci come Pinocchio all'interno di una balena per solcare il mare, in esplorazione di tante parole per scoprirne l'origine e scoprirne i segreti semantici.

Ho sempre avuto un grande rispetto per le parole, cercando di usarle correttamente nel pieno del loro significato. Ma Diego Fontana le rincorre e venera come un amante profondamente innamorato.



OGNI ANNO LO STESSO GIORNO di Alice Morgan

Se amate l'autunno e i romanzi cosy, questo libro fa per voi.

Sarete catapultati in un magico mondo che profuma d'autunno, abitato da personaggi fantastici e a volte magici.

Un libro da leggere sotto una calda coperta sorseggiando una tisana profumata di miele e cannella.

Elara eredita da uno zio sconosciuto una locanda fatata che si trova in un piccolo villaggio isolato dove l'unica cosa importante sono i rapporti tra le persone e dove tutti condividono tutto. Elara conoscerà creature straordinarie e troverà l'amore.

Questa è la lettura giusta per chi ha bisogno di staccare e farsi accogliere da un senso di leggerezza e serenità.

Mi sento decisamente di annoverare questo racconto tra i libri up-lit, storie che ti tirano su, che ti fanno stare bene e che ti avvolgono come una calda coperta.



DOMANI E PER SEMPRE di Ermal Meta

Dall'Albania alla Germania dell'Est, passando per l'America e la Grecia seguiamo le vicissitudini di Kajan un pianista talentuoso travolto dai conflitti storici che hanno attraversato l'Europa nel XX secolo.

Ho letto questo romanzo di 540 pagine in tre giorni. Sì, perché è scritto così bene che non riesci a fermarti.

È ben dettagliato, i personaggi sono potenti e molto ben descritti. Tutto ha il giusto spazio: l'ambientazione, gli eventi storici, la storia personale di Kajan che si intreccia con gli altri personaggi, l'atmosfera.

Un viaggio coinvolgente e realista, ma al contempo duro, potente e doloroso. Un viaggio accompagnato dalla musica, una passione e un talento che portano conforto e supporto al protagonista, alle sue sventure e al suo dolore.

Avevo questo libro da molto tempo, ma non ero certa di riuscire ad affrontarlo. Invece, l'avessi letto prima!

Mi sono resa conto che, nonostante mi sia sempre considerata una lettrice onnivora, non prediligendo un solo genere e amando spaziare nelle mie letture, mi ero trincerata in una mia personalissima confort zone, e come tale senza grossi scossoni. Mi sono trovata a leggere un romanzo potete, che mi ha svegliata dal mio torpore letterario.

🔸️CONSIGLIATISSIMO!🔸️


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