Le mie vacanze sono
ormai più che dimenticate e per lo più non sono state così benefiche come
preventivato. Al rientro non ho avuto quella sferzata di energia che mi
aspettavo, solo una gran voglia di novità, ma senza quella convinzione che mi
spingesse a cercarle. Ad ogni modo non sono stata con le mani in mano. Ho
cercato davvero di promuovere il mio libro, ma credo di aver solo sprecato inutilmente energie. Non sono una
venditrice. Anzi non sono proprio fatta per espormi in alcun modo alle
attenzioni altri, ma ho tentato e a volte anche ci sono riuscita a contrastare
questo mio carattere schivo! Ad ogni modo ho
provato e non ho rimpianti. Mi mancano solo conferme… nel senso che mi piacerebbe sapere se il libro ha venduto
almeno un paio di copie. Conosco solo il numero di copie che ho smerciato
personalmente e il numero di librerie dove, ahimè, non ho trovato in vendita il
libro... Non molto confortante.
Però sono piuttosto
avanti con il nuovo romanzo. Scrivere
rimane il mio rifugio! Ho ancora molto da lavorarci, ma è bello vedere
aumentare le pagine e notare che tutto sembra filare come vorrei. Come al
solito scelgo sempre le cose più complicate. L’idea di questo romanzo nasce da
una leggenda appena accennata e che in realtà non trova conferma nella realtà,
ma mi sono chiesta: “E se fosse vera? Cosa succede dopo?”. E così ho iniziato a
scrivere, peccato che c’è molto lavoro
di ricerca da fare, sia in ambito
storico, sia per l’argomento: siamo alla fine del 1700 e arrivano i primi orologi.
E poi ci sono le letture, che all’inizio dell’estate
hanno avuto un vertiginoso calo, ma che ora hanno ripreso il ritmo consueto. Come
scelgo le letture? A caso, seguendo l’ispirazione del momento, per istinto,
alla ricerca di qualcosa di nuovo lontano dalle mode. Proprio
ieri una mia amica mi ha detto: “Lo sai, ho iniziato anch’io a scegliere i
libri come li scegli tu e ora mi trovo a leggere cose strane ma interessanti,
che non avrei mai letto prima!”. Bene, questa è stata una vera soddisfazione!
Per la mia esperienza la cosa più importante, a parte fare del proprio meglio, rimane il passaparola. Se una cosa piace davvero molto ad almeno due persone, in breve tempo la conosceranno in venti.
RispondiEliminaIl passa parola funziona se il libro è favoloso ma non se è semplicemente bello. Credo che un libro per vendere debba creare notizia e fare clamore, insomma se ne deve parlare (e non necessariamente in positivo).
EliminaIl lavoro più faticoso non è arrivare alla pubblicazione ma riuscire ad avviare una efficace promozione. Strada tutta in salita, ahimè! Non demordere!
RispondiEliminaHai ragione! Me ne sto rendendo conto solo ora!
EliminaServe un tocco di pessimismo? Ho l'impressione che da soli si riesca a fare davvero poco, anche con tutta la buona volontà, e comunque dipende molto dal tipo di testo. L'importante è che per darsi da fare non si finisca con il perdere il tempo e la voglia di scrivere. Quando ci si demoralizza e sembra tutto inutile, credo che sia il momento di recuperare le priorità e usare il tempo in proporzione. :)
RispondiEliminaInfatti. Mi sembra di aver perso molto tempo per non aver ottenuto nulla, o ben poco. Il fatto è che una volta pubblicato devi anche vendere...
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