domenica 13 aprile 2014

8 curiosità sulla mia scrittura

Ancora una volta Daniele Imperi ispira (anche se questa volta è stato ispirato a sua volta). E così ho riflettuto sul mio mondo di scrittrice ed ecco qui otto curiosità:

1) Quando inizio a scrivere ho già l'intera storia in testa: l'inizio, il corpo e la fine.
Non mi metto a scrivere finché non ho la trama ben in mente. Ci penso per giorni, fino a quando non ho tutto chiaro e poi scrivo. A volte arrivano comunque dei punti critici, ma non insormontabili e rimangono un'eccezione; niente che mi faccia buttare pagine e pagine già scritte.

2) Spesso il racconto nasce dal finale.
Immagino un finale, per lo più a sorpresa, e poi cerco di costruirvi sopra la storia.

3) Scrivo quasi tutto con carta e penna per poi trascrivere sul computer.
E non è una questione di tempo a disposizione e spazio dove scrivere, proprio mi viene più spontaneo. Lo so che così serve più tempo, ma si vede che la mia scrittura ha bisogno di tutto questo tempo.

4) Mi capita di scrivere di notte, a letto, quando mi prede l'insonnia.
Non perché l'ispirazione mi colga d'improvviso mentre dormo, ma perché quando mi metto a scrivere qualcosa, che sia un racconto o un romanzo, ci penso e ripenso tutto il giorno e, si sa, di notte si rielabora meglio.

5) Non scrivo affatto bene: gli altri scrivono molto meglio di me!
Non ho affatto una scrittura fluida, ma anzi è spesso ripetitiva e ridondante. Molti altri scrittori, invece, non hanno di questi limiti e riescono a rievocare immagini e sensazioni con parole semplici e scorrevoli o riescono a costruire similitudini e metafore bellissime, che a me, ahimé, non sono mai passate per la mente.

6) Adoro scrivere. Altrimenti avrei abbandonato da un pezzo!
E qui mi ricollego al punto precedente, perché se non avessi una vera ed insana passione per lo scrivere, sarei proprio una pazza a soffrire così davanti al foglio!

7) Vivo nel mio mondo, fatto di azioni e problemi quotidiani che mi assorbono completamente, ma quando mi capita di notare qualcosa in quello reale, diventa subito spunto per una storia.

8) La storia devo sentirla proprio mia.
Non potrei mai inventarmi una storia così su due piedi, solo per soddisfare un tema che propone qualcun altro. È per questo che non partecipo quasi mai ai concorsi letterari: il tema può essere d'ispirazione per qualcosa che ho già dentro, altrimenti non riesco a scrivere niente di decente.


8 commenti:

  1. Ciao, Daniele ha contagiato tutti :-)
    E' vero che molti racconti nascono dal finale, e concordo che una storia dobbiamo sentirla "nostra" per tirarla fuori, grazie delle tue considerazioni!

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    1. Si, Daniele è un trascinatore. E grazie a lui ho conosciuto il tuo blog.

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  2. I punti 7 e 8 sono anche i miei e riguardo al 5, beh, è meglio che sia così, per migliorare sempre. Grazie per aver partecipato :)

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  3. Ciao,
    ho trovato per caso il tuo blog, anche io scrivo e mi ritrovo molto in questo tuo post!

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    1. Sono felice che tu sia arrivata fino qui. Spero anche che ci tornerai!

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  4. Ciao, capito sul tuo blog un po' per caso. Non posso dire di scrivere spesso, ma ogni tanto qualche buona storia - buona forse da scrivere e forse non da me - mi viene in mente. Le tue riflessioni in questo post mi hanno fatto pensare e in larga parte le condivido. Aggiungo che, ultimamente, ho trovato davvero utile e illuminante un consiglio di Kurt Vonnegut, che mi piacerebbe condividere qui: "Inizia quanto più possibile vicino alla fine". Credo che in qualche modo sia complementare al fatto che spessissimo si parta dal finale.

    Grazie,
    Ennio

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    1. Benvenuto e grazie per aver condiviso questo consiglio, che non conoscevo. Ognuno ha la sua tecnica, ma se non sai come finire una storia, credo proprio che non valga proprio la pena di iniziarla.

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