lunedì 14 settembre 2015

E dopo la pubblicazione?

Arrivi finalmente alla tanto desiderata pubblicazione e per un certo periodo cammini a un metro da terra. Sei felice come non mai e sei certo che il tuo libro avrà un discreto successo. Sprechi anche tanta energia per auto-promuoverti, togliendo tempo e vitalità alla famiglia e alla tua passione per la scrittura, perché quel nuovo progetto può attendere intanto che culli l’ultima tua creatura che finalmente ha visto la luce.
Ovviamente hai pubblicato con una piccola casa editrice, perché quelle grandi non ti hanno degnato nemmeno di una risposta, ma ti accontenti perché sei disposto a fare la così detta “gavetta”. E l’editore è stato onesto, ti ha avvertito che non devi aspettarti miracoli, che il mondo dell’editoria è duro e non è facile smerciare scrittori esordienti, e che se vuoi vedere un po’ di risultati devi rimboccarti le maniche e cercare tu i contatti per promuoverti. Ti ha anche detto che lo puoi contattare quando vuoi per chiedere consigli, ma di non stressarlo chiedendogli continuamente conto delle vendite. E tu accetti: ha ragione, ti dici, non posso aspettarmi che faccia tutto lui, è giusto che mi rimbocchi le maniche anch’io, e se siamo in due a muoverci ci sono maggiori possibilità di riuscire a vendere il libro, perché è vero più se ne parla in giro e più sono le probabilità di farsi conoscere.
Così cominci con acquistarti le tue copie da vendere, distribuire o, a volte, regalare. E qualche piccolo, minuscolo, segnale di movimento da parte dell’editore anche lo scorgi, insomma non sta proprio con le mani nelle mani nemmeno lui. E tu intanto ti muovi, violenti il tuo carattere schivo e ti fai più sfacciato, cominci a parlare a tutti del tuo libro, ti crei pubblicità, una pagina facebook, o chissà cosa ti è venuto in mente durante le tue tanti notti insonni. Diventi un novello propinatore di cultura. Certo il fatto di non sapere quante copie vengono vendute un poco di pesa; hai la certezza solo di quello che smerci tu.
Timidamente chiedi informazioni a edicole e librerie e scopri che il distributore non è nemmeno passato. Allora chiedi, sforzando la tua normale indole, non è che posso lasciare io il libro in conto vendita, ma non tutti accettano, solo distributore dicono, anche se in vetrina hanno libri privi di codice ISBN e stampati nella locale tipografia, o chi accetta pretende una percentuale alta, che mangia ogni tuo margine. E la frustrazione che ti assale viene alimentata dalle richieste di amici, conoscenti o amici degli amici, che ti chiede dove diavolo si trova il tuo libro. Quindi, ti dici, la pubblicità ha funzionato, ma se poi il libro non si trova da nessuna parte hai lavorato per niente, perché non tutti acquistano i libri on-line e molti comprano il volume se lo trovano lì subito a disposizione, altrimenti pazienza, in fondo non gli cambia l’esistenza se non ce l’hanno.
Ne parli all’editore, che come risposta ti riversa addosso le sue di frustrazioni e ti parla di numeri e di bollette, di problemi con i distributori, ecc. Potresti anche rassegnarti, si vede che il mondo dell’editoria è davvero difficile, anche se la vocina che hai dentro continua a sussurrarti che se il libro fosse in libreria, almeno nelle librerie dove è ambientata la vicenda, un po’ venderesti. A rafforzare la tua idea c’è quel libro, che non è il famoso Grey, ma che trovi ovunque, e di cui tutti parlano nella tua zona, anche i non lettori, perché lo trovano sotto gli occhi ogni giorno, persino in merceria, e ti dici perché il suo sì, che tra l’altro hai letto e non è questa gran cosa, e il tuo no?
Ah, sì, giusto, perché lei il piccolo editore l’ha sposato… ma il distributore?!?

16 commenti:

  1. Un altro punto a favore del self-publishing...

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    1. Si, ma per auto pubblicarsi servono anche tante altre conoscenze e, non di meno, una buona auto stima!

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    2. Sicuramente non è una cosa che si fa dall'oggi al domani. Il mio romanzo sarà pronto fra un anno, non prima, ma mi sto già informando ora sulle varie possibilità...

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    3. Infatti, credo che l'autopubblicazione ti porterà via un sacco di tempo, per impaginazione, copertina, conversione in e-book, ecc. In fondo l'editore ti toglie tutte queste preoccupazioni.

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  2. Mi dispiace di sentirti così amareggiata. Purtroppo quello che dici non mi è affatto nuovo, l'ho vissuto in prima persona, oserei dire peggio di così. Proprio oggi ho scritto un post sul perché ho deciso di lasciar perdere l'editoria tradizionale.

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    1. Si, sono piuttosto amareggiata... Non ce l'ho tanto con l'editore, ma con la distribuzione e il sistema... Ma sinceramente non credo che il self pubblishing mi porterebbe a maggiori vendite... solo il margine di guadagno potrebbe essere diverso.

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    2. Forse maggiori vendite no, ma il margine di guadagno non lo sottovaluterei.
      Una cosa per esempio che a me sembra vantaggiosa è il sapere in tempo reale quante copie vendi. Questo non sempre con gli editori accade.

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    3. Hai ragione, il guadagno con l'autopubblicazione è sicuramente maggiore e con l'editore non sai assolutamente quante copie sono vendute! Te lo diranno solo a marzo dell'anno successivo, che nel mio caso è giusto un anno dopo l'uscita del libro.

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  3. Non è così male dai, non so quale fosse il volume di vendite che speravi di raggiungere, ma se c'è interesse è comunque positivo, no?
    L'importante è spargere "il verbo" ;-)

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    1. Hai ragione, se in qualche modo se ne parla (almeno nella mia piccola cerchia) non è poi così male. Magari mi fascio tanto la testa ora, solo perché non vedo il libro tra gli scaffali delle librerie che frequento e poi ho una bella sorpresa a marzo quando l'editore mi presenta l'estratto vendite! ;)

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    2. Non preoccuparti per quello, se non sei un autore di successo o se la libreria non è specializzata nel tuo genere, vedrai il libro solo nelle librerie dove fai presentazioni :-)
      L'importante è che il distributore sia buono e che il libro sia ordinabile nel giro di pochi giorni!

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  4. Quella che hai descritto - te lo dico per esperienza diretta perché ho lavorato per vari anni all'interno di redazioni - non è l'eccezione ma la norma. L'editoria tradizionale è morta e sepolta e prima uno ne prende atto meglio è.

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    1. Se ne parla tanto di questo declino dell'editoria, ma finché uno non tocca con mano non se ne rende conto... purtroppo.

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  5. O mamma, un'avventura vissutissima con il mio romanzo: piccolo editore che lo ha pubblicato perché vincitore di un concorso da esso indetto, nessuna promozione e vendite appena sufficienti a farmi guadagnare... apri bene gli occhi: intorno alle 20 euro, perché la CE mi garantiva l'8% del prezzo di copertina ma solo dopo avere venduto oltre le 500 copie. Dopo due anni, a contratto scaduto, mi sono subito affidata al self-publishing per lo stesso motivo che rilevi tu: le persone continuavano a chiedermi copie cartacee non più disponibili e io credevo molto nel mio prodotto! Almeno l'ebook del romanzo esiste ancora e io sono contenta così!

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    1. Il mio contratto è decisamente più vantaggioso! Almeno i diritti ce li ho dal primo libro venduto! A parlare solo di guadagni, questi si notano di più con le copie che vendo da sola.
      Comunque complimenti, perché per un esordiente superare la soglia 500 copie è davvero un successone!

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    2. Amici degli amici degli amici e parenti di parenti di parenti.
      Pochissimi estranei! ;P

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