giovedì 6 febbraio 2014

Una passione, un destino

Lucio Moretti aveva sempre sognato di diventare astronomo. Sin da bambino. Quando tutti i suoi amici volevano macchinine e camion, lui aveva chiesto a Babbo Natale un telescopio per guardare le stelle.
Di notte dormiva poco. Si metteva alla finestra e osservava gli astri per ore.
A otto anni conosceva già le costellazioni. Tutte. Le individuava in un batter d'occhi e ne conosceva il nome e, per alcune, conosceva anche la sua leggenda.
E così i suoi studi avevano preso l'ovvia direzione, prima il liceo scientifico e poi la laurea in astrofisica. Neanche dirlo: era sempre stato il primo della classe! Neolaureato ottenne subito un dottorato presso l'Osservatorio di Trieste e vi si chiuse dentro, con la testa in su a guardare il firmamento.
Fu una gioia immensa scoprire una meteora. Grande, anzi gigantesca. Si trovava lontano anni luce dalla Terra, talmente lontana che all'inizio nessun collega l'aveva vista. Lucio aveva notato una strana curvatura nello spazio-tempo e si era intestardito: quella era la prova della presenza di una cometa. Infine riuscì a convincere il suo superiore. Tutti i telescopi furono puntati verso l'enorme astro. Aveva una massa tre volte quella della terra e rappresentava un'infinita fonte di dati e nozioni. Iniziò un lavoro di raccolta dati, che durò mesi.
La cometa fu chiamata Moretti. Il più grande onore in campo astrofisico! Il premio per eccellenza per un vero appassionato!
Quando la cometa deviò il suo percorso, il nostro Lucio con tutto lo staff cercò di individuarne il motivo, dimenticandosi, per un po', di calcolarne la nuova rotta. Fu ancora una volta Lucio a calcolarne la rotta e la sua fantastica scoperta, la sua cometa, divenne, ironia della sorte, il peggiore incubo della Terra.
Lucio aveva sognato sin da bambino di scoprire un astro e di dargli il proprio nome, ma non avrebbe mai immaginato che la sua scoperta avrebbe rappresentato la fine della Terra, diventando l'ultima cosa che ogni essere vivente avrebbe visto prima di morire.

4 commenti:

  1. Bello, ironico e befferado questo racconto. L'unica pecca è l'incipit, come gusto personale. La forma passiva con i tre verbi non mi entusiama.
    Riguardo al protagonista ho avuto un flashback. Di recerte ho visitato un osservatorio astronomico e ho conosciuto una persona molto simile a Lucio. La sua descrizione di costellazione e leggende dei miti è stata di straordinario impatto emotivo.
    Scommetto che per ispirarti al racconto anche tu hai visitato un osservatorio astronomico.

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  2. Ti ringrazio per il commento completo.
    In realtà non ho mai visitato un osservatorio astronomico. Semplicemente un giorno ho ripensato a Margherita Hack che avevo visto al Liceo e mi è venuto in mente tutta una serie di immagini dal passato... sogni, amici e immagini diverse... Insomma ho incanalato un po' di nostalgia in qualcosa di più costruttivo.

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  3. Bel racconto! L'ho trovato davvero scorrevole, lungo quanto basta e con un finale assolutamente azzeccato, anzi è proprio il tipo di finale che personalmente apprezzo di più :)

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    1. Sono davvero felice ti sia piaciuto.
      Benvenuta nel mio blog!

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