venerdì 13 ottobre 2017

Che cosa scrivi?

A questa domanda sobbalzo sempre. Rispondere che scrivo narrativa è riduttivo.
Scrivo racconti e romanzi (brevi, almeno fin’ora). Nel mio caso, questi due tipi di testo più che per la lunghezza si distinguono per il genere.
Nei racconti voglio mostrare una situazione, descrivere un momento, ma voglio un finale a sorpresa. Alla fine ci dev’essere un elemento nuovo, estraneo e imprevedibile che ti fa dire “accidenti!”.
Nei romanzi, invece, parto da un evento o da una leggenda che mi ha in qualche modo colpito e mi chiedo: ma come sarà andata?
Per esempio in 1976 – L’urlo dell’Orcolàt, sono partita del terremoto che realmente avvenuto in Friuli nel 1976 e mi sono immaginata, oltre alla tragedia e al dolore già ampliamente descritti dai giornali, le conseguenza che avrebbe portato nella vita di tutti i giorni a una giovane donna sopravvissuta. Mentre, nel romanzo che ho da poco finito di scrivere, parto dalla leggenda che vorrebbe che la fabbrica di orologi F.lli Solari (famosa nel mondo per aver inventato l’orologio a palette che si trova in tutte le stazioni ferroviarie e gli aeroporti) sia stata fondata a Pesariis (Val Pesarina) da un pirata genovese. Vi siete incuriositi, vero? Anch’io, così ho deciso di inventarmi tutto quello che nessuno sa e di scriverci un romanzo.
Che cosa scrivo? Quello che non trovo in altri libri, le risposte alle mie domande.

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