mercoledì 23 aprile 2014

Esercizi di scrittura - Io non scappo

Oggi voglio mostrarvi due versioni di uno stesso racconto.
L'occasione è nata dal concorso letterario indetto da Autogrill, che unisce due mi grandi passioni: la scrittura ed il caffè. Si tratta di completare una delle cinque tracce scritte da Luciano De Crescenzo.
Così, per curiosità, ho provato: ho scelto una traccia e poi mi sono lasciata prendere dall'ispirazione. È nato, senza aver nemmeno letto le regole del concorso, il primo racconto che posto qui sotto. Poi ho scoperto, mio malgrado, che lo spazio massimo era di 600 caratteri, spazi inclusi. Mi sono intestardita e ne è venuto fuori il secondo che riporto.

Mi ero da poco trasferito nella nuova casa, e una mattina scesi per andare al bar e prendere un bel caffè. C'era un po' di gente, così aspettai qualche secondo. Appena mi sembrò che il barista fosse libero mi feci avanti…
«Un caffè liscio, per favore.»
Il barista con fare professionale mi preparò un caffè nero e fumante.
«Lei è il signore che ha comprato la vecchia casa in via D’Annunzio?»
Feci un cenno con la testa, mentre sorseggiavo il caffè.
«E…» Esitò.
«Si?»
«Be’… dicono che sia infestato dai fantasmi…»
Mi misi a ridere: «Sì, in effetti le ho sentite queste voci…»
«E non ha paura?»
Risi ancora più forte.
«I fantasmi non esistono.» Puntualizzai.
«Sarà, ma in quella casa sono sempre successe cose strane. L’ultimo proprietario se ne è andato dopo solo un mese. Di notte. È letteralmente scappato.»
Le avevo sentite tutte quelle storie. Mi ero informato bene prima di firmare il contratto, visto che il prezzo così basso mi aveva alquanto insospettito. La casa era davvero favolosa: una villetta su tre piani, due garage, due cantine, una taverna, un bel giardino non troppo piccolo ma nemmeno troppo grande e tanto tanto sole. Al suo interno, molti anni prima, si era consumata una tragedia: il marito aveva trovato la moglie a letto con l’amante e furioso di gelosia li aveva ammazzati e poi si era tolto la vita. Le voci dicevano che da allora gli spiriti dei tre fossero rimasti nella casa e che rivivessero ogni notte la loro tragedia.
«Io non scappo, tranquillo. Quant’è il caffè?»
Pagai e uscii. Non sarei mai scappato da quella casa: mi sarei presto abituato ai rumori e alle urla che sentivo di notte; iniziavano sempre alla stessa ora, alle 23.43, e terminavano a mezzanotte in punto e poi potevo dormire tranquillamente. Ora più che mai non avrei lasciato quel posto, vicino a casa c’era un bar dove facevano un caffè eccellente.

Mi ero da poco trasferito nella nuova casa, e una mattina scesi per andare al bar e prendere un bel caffè. C'era un po' di gente, così aspettai qualche secondo. Appena mi sembrò che il barista fosse libero mi feci avanti…
e ordinai un caffè nero.
«Lei è il signore che ha comprato la vecchia casa?»
Feci un cenno di sì, mentre sorseggiavo il caffè.
«Non ha paura dei fantasmi? L’ultimo proprietario è scappato la prima notte terrorizzato.»
Molti anni prima il marito aveva trovato, in quella casa, la moglie con l’amante e furioso di gelosia li aveva ammazzati e poi si era tolto la vita. Le voci dicevano che da allora gli spiriti dei tre fossero rimasti nella casa e che rivivessero ogni notte la loro tragedia.
«Io non scappo.»
Ora che avevo assaggiato quel favoloso caffè, mi sarei anche abituato ai fantasmi!

Che ne dite?
Già che ci siete, se vi è piaciuto il racconto più corto, perché non mi votate a questo link?

2 commenti:

  1. Meglio il secondo, anche per me :)
    Votato. Forse partecipo anche io.

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    1. Grazie per il voto.
      Sono certa che parteciperai che scriverai, come tuo solito, qualcosa di geniale!

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