domenica 22 gennaio 2012

Plagio? No fortuita coincidenza

Su un vecchio post pubblicato sul mio blog precedente avevo parlato della mia voglia di scrivere un romanzo sul terremoto del 1976 in Friuli (che per completezza riporterò alla fine di questo articoletto, così come era stato pubblicato su Splinder – anche se la tentazione di correggerlo è forte! – e ora non più accessibile per la chiusura della piattaforma). In seguito avevo postato alcuni frammenti di quanto stavo scrivendo e magari per completezza tra qualche giorno li riposterò…
Capita, però, che per caso accedo ad un sito di un mensile locale (Voce della Montagna) e mi accorgo che la redazione del giornale pubblica anche libri di rilevanza territoriale, tra le quali proprio un romanzo storico ambientato nell’Alto Friuli nei giorni del terremoto del 1976 (Una finestra sul cielo di Antonio Russo). Mi sono così accorta che la mia idea non era poi così originale. E poi mi sono chiesta: “E se non avessi saputo dell’esistenza di questo libro?”. Poteva sembrare un plagio!
E ora cosa faccio?
Be’, per il momento ho acquistato il libro e, non appena terminato quei due/tre già in lettura, me lo leggerò. Poi deciderò se proseguire il mio progetto o meno. Almeno saprò cosa non scrivere per non essere accusata di copiare…

1976 - Terremoto in Friuli

domenica 4 febbraio 2007, 23.16.42 | Kinsy
 
Sono nata nel 1976 da genitori friulani. Per la verità mia mamma solo a metà, avendo il papa friulano e la mamma francese. In realtà anche mio papa non si considera friulano, o almeno non propriamente, perché anche qui in Friuli esiste il nord e il sud, con relativi contrasti. Il nord è geograficamente individuato come la Carnia e i suoi orgogliosi abitanti ne sono talmente fieri da essere carnici e non friulani. A dire il vero i tratti caratteriali tra carnici e friulani sono ben visibili. Ma questa è un’altra storia…
Comunque, essendo nata nel 1976 il collegamento è praticamente immediato: “Ah! Ma tu sei figlia del terremoto!”.
Vivo con questa esclamazione da quando me ho memoria. E anche se sono nata dopo quelle scosse e in Svizzera, da quando i miei sono tornati in questa regione, sono cresciuta all’ombra di tale catastrofe.
E’ così che avevo deciso di raccontare questo evento, ma è molto difficile. Avevo pensato di costruire una storia inventata a contorno di quei giorni terribili, ma rischiavo di cadere nel banale. Mi sarebbe molto più facile fare una ricerca e descrivere veramente i fatti, così come sono accaduti, ma questo l’hanno già fatto in molti…
Ho provato più volte ad iniziare questo racconto o romanzo, o, insomma, qualcosa! Ma alla fine non sono arrivata a concludere mai nulla.
Scrivo questo post, con la speranza che, rendendo pubbliche le mie intenzioni, mi sia da sprono per iniziare e concludere il racconto di questi avvenimenti.
Sono fermamente convinta che questi eventi hanno cambiato non solo la vita, ma anche il carattere dei suoi abitanti e, nello stesso tempo, abbiano dato un nuovo sviluppo a quest’area geografica che altrimenti sarebbe stata destinata all’abbandono praticamente completo, essendo già da anni avviata una massiccia migrazione alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore.
Ho sentito più volte affermare che la determinazione dei friulani ha portato ad una veloce ricostruzione dei paesi distrutti e spesso questa volontà di riprendere a vivere normalmente è stata porta come esempio in occasione di altri terremoti. Ma ho notato che al suo trentesimo anniversario (2006), il terremoto in Friuli è stato ricordato solamente in questa regione, con piccoli articoli sui giornali locali e sporadiche manifestazioni sempre a livello locale. Mi sento quindi ancora più motivata a scrivere su questo argomento!

2 commenti:

  1. A me questo tema interessa molto. All'epoca avevo 15 anni e me lo ricordo ancora bene. Mi piacerebbe leggere quello che è il tuo punto di vista, i tuoi sentimenti rispetto a questa tragedia e a chi l'ha vissuta, magari corredate da una seria documentazione. Quindi forza, cara Kinsy, io aspetto.

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  2. Grazie Pattybruce per le parole di conforto. Siccome l'idea di scrivere qualcosa su questo tema non mi ha ancora abbandonato, credo che prima o poi riuscirò a scriverne, magari in una forma diversa da quello che ho ora in mente.

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