Ho amato tutti i
libri di Fford e questo non fa eccezione, anche se è decisamente il meno bello
dei quattro. Forse per il fatto che sembra l’ultimo capitolo saga e dà
l’impressione di voler rincorrere tutte le questioni rimaste aperte nelle
precedenti puntate (anche se in realtà si vocifera che ci sia un quinto volume
in fase di traduzione). Mi piacciono molto i romanzi di Fford, perché ti
prendono per mano e ti accompagnano in un mondo parallelo fatto di libri e
letteratura, di personaggi immaginari e protagonisti di libri famosi che
interagiscono con persone reali.
Continuano per la quarta
volta le avventure della detective letterari Thusday Next, che stufa di vagare
per i libri come leader di Giurisfiction decide di tornare a Swindon, sua città
natale e reale. Ma si trova in una realtà molto diversa da quella lasciata due
anni prima: la multinazionale Goliath Corporation aspira a diventare una
religione, capace di plasmare la mente delle persone; un potente politico,
uscito da un libro non molto noto, cerca di proclamarsi dittatore,
intraprendendo una campagna contro la Danimarca e i danesi; per salvare il
mondo dovrà far vincere la locale, e scarsa, squadra di crochet; Amleto e altri
personaggi letterari si sono piazzati in casa di sua madre e non vogliono
andarsene; qualcuno cerca di ucciderla e dal punto di vista privato deve
crescere da sola un figlio di due anni che parla solo in Lorem Ipsum (un finto
latino usato dai tipografi), mentre cerca di farsi ridare il marito, “sradicato” per errore dalla CronoGuardia. E
molte altre cose.
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