domenica 22 dicembre 2024

LA SCATOLA DEGLI ADDOBBI - Racconto


Seduta sulla poltrona la donna osservava la grande scatola ai piedi delle scale.

Doveva decidersi a riportarla in soffitta.

Se solo avesse ricevuto la telefonata del figlio prima, si sarebbe risparmiata la fatica di portala giù dalla soffitta. Ogni anno si faceva più pesante ed ingombrante. Forse era il caso di dividerla in due scatole più piccole.

«Mi dispiace mamma, ma quest’anno passeremo il Natale dai genitori di Angela. Spero capirai Lo passiamo sempre da te e i miei suoceri si sono un po’ risentiti.»

La donna guardò fuori dalla finestra.

Certo capiva.

Avrebbe passato il Natale da sola.

Riguardò la scatola.

Per chi addobbare la casa?

E l’albero?

Ogni anno il figlio al suo arrivo andava nel bosco vicino a tagliare un abete. Un bellissimo abete. Aveva il dono di scegliere sempre l’albero più folto, della giusta misura per il terrazzino d’ingresso, non troppo grande da invadere tutto lo spazio, ma nemmeno troppo piccolo da scomparire.

Il trillo del timer proveniente dalla cucina la ridestò dai suoi pensieri.

A fatica si alzò dalla poltrona e strascinando i piedi si recò in cucina a spegnere il forno.

Aveva fatto l’arrosto.

Per chi poi, non lo sapeva. Per lei sola era davvero troppo grande. Ma lo aveva preso come da tradizione all’inizio del mese e congelato. Non poteva certo lasciarlo in freezer tanti mesi. E così lo aveva scongelato e messo in forno. Aveva preparato anche le patate.

E niente altro.

Per chi continuare a cucinare, si era chiesta a un certo punto. Natale e Vigilia li avrebbe passati da sola.

Lei e un arrosto troppo grande.

Poteva affettarlo e ricongelarlo in mono porzioni da mangiare un po’ alla volta, fino alla nausea.

Ritornò a sedersi alla sua poltrona accanto alla finestra. Prese il libro dal tavolino lì accanto, ma lo posò in grembo: non le andava nemmeno di leggere.

Un’ombra oscurò un attimo la luce che filtrava dalla finestra e poi un gran trambusto la fece sobbalzare. Scostò la tenda e vide le fronde di un abete muoversi sul terrazzino.

«Ma cosa diav...»

Lentamente si alzò, prese una maglia appesa nell’ingresso e uscì.

«Buongiorno Lisa.»

«Adalberto?! Ma cosa sta combinando?»

Il suo burbero vicino di casa era nel suo terrazzino intento ad armeggiare con un abete.

L’uomo non rispose, continuando ad affaccendarsi attorno all’albero, intento a fissarlo in un secchio pieno di ghiaia.

«Cosa sta combinando?» Ripeté. «Guardi che ha sbagliato casa. Questa è casa mia, la sua è lì a fianco.»

«Ho visto che quest’anno non ce l’aveva...»

«Infatti. Quest’anno non lo festeggio il Natale. Se lo porti via.»

«Suvvia. Cosa diranno i suoi nipotini al loro arrivo se non troveranno l’albero di Natale?»

La donna arrossì.

«Oh! Adesso capisco.»

L’uomo armeggiò ancora un paio di minuti per garantire la stabilità dell’albero.

«Guardi che non è il caso… Non lo voglio un albero.»

«Suvvia. Il Natale da soli è già triste, se poi non gli diamo un po’ di allegria con le decorazioni!»

«Ma parla lei che non ha mai addobbato casa sua!»

L’uomo si fermò un attimo e la guardò serio dritto negli occhi.

«Io godevo dei suoi addobbi.» Accennò un sorriso.

Elisa si strinsi ancora di più la maglia attorno ai fianchi, avvolgendosi con le grosse braccia.

Faceva freddo. Se avesse saputo di stare così tanto tempo fuori, avrebbe preso il cappotto.

«Ma lo sa che lei è proprio un bel tipo!»

L’uomo accennò un altro sorriso.

In tanti anni di vicinato Lisa non lo aveva mai visto sorridere. I loro rapporti erano al limite della cortesia, lungi dal potersi definire di “buon vicinato”. Adalberto era sempre stato scostante e ombroso. Sempre indaffarato in piccoli lavoretti dentro e fuori casa, ma di pochissime parole.

«Su, dai. Vada a prendere le decorazioni. L’aiuto io ad addobbare, così non le servirà prendere la scala per arrivare alla cima.»

Perplessa la donna rientrò in casa, indossò il cappotto e prese la pesante scatola degli addobbi, rimasta ai piedi delle scale dalla telefonata del figlio.

Lavorarono di buona lena in silenzio. Provarono ad accendere le luci e una volta sistemato qualche dettaglio, si ritrovarono nel giardino innevato ad ammirarne il risultato.

Finalmente anche sul viso di Lisa comparve un sorriso.

«Mi sembra un gran bel risultato. Non è perché le cose non vanno come vorremmo, che dobbiamo rinunciare alle nostre passioni.»

«Come?»

«Lo sa l’intero quartiere che lei ama addobbare casa per Natale. E non mi venga a dire che lo faceva per i nipotini. Ha sempre addobbato casa da quando vive qui.»

Adalberto aveva ragione: aveva sempre amato il Natale e la sua atmosfera, e adorava ornare casa.

«Venga dentro che preparo qualcosa di caldo per scaldarci.»

L’uomo la seguì in casa.

Sorseggiando il tè caldo, accompagnato dagli immancabili biscotti alla cannella fatti in casa, la donna ringraziò l’uomo. Poi rimasero in silenzio per tutto il tempo.

Era la prima volta che Adalberto entrava in casa sua, eppure a Lisa parve di essere in presenza di un vecchio e caro amico.

«Perché non si ferma a cena? Ho cucinato un arrosto così grande che potrei sfamare l’intero quartiere.»

L’uomo accettò con un cenno del capo.

E dopo la Vigilia, passarono insieme anche il giorno di Natale. C’era un arrosto da finire.

giovedì 31 ottobre 2024

Dieci racconti per una challenge


Un po' per gioco un po' per mettermi alla prova, durante il mese di ottobre ho partecipato su Instagram a una challenge di scrittura, organizzata dalla scrittrice Maria Novella Giordi.
Si trattava di scrivere ogni tre giorni un breve racconto, partendo da una parola.

Lo ammetto, quando ho deciso di iniziare questa challenge ero quasi certa di non riuscire a portarla a termine: temevo di non riuscire a essere costantemente e, soprattutto, di non riuscire a scrivere dieci racconti sensati "a comando".
Arrivare, invece, fino alla fine è stata una bella soddisfazione personale.

Ve li propongo qui di seguito. Ditemi cosa pensate e ditemi qual è quello che più vi piace!


1 - Caverna
Dolore.
Tanto dolore.
Un urlo straziante alla luna piena.
E poi la corsa.
Una folle corsa.
Una corsa liberatoria.
Il riposo.
E il lupo si accuccia nella caverna nascosta nel bosco.

2 - Foglie
Cullata dal torpore del sole autunnale, seduta sotto un rosso faggio, legge l' ultimo romanzo del suo autore preferito. Il vento tra i capelli, le foglie cadenti la circondano come un lenzuolo colore ruggine. 
Nulla la distrae: è immersa in un altro mondo, un luogo fatto di parole e di immaginazione.
Poi un'ombra.
Riemerge da quel luogo lontano.
Alza la testa.
Ed eccolo lì la sua distrazione: un viso sorridente e lentigginoso, incorniciato da una zazzera scapigliata color dell'autunno.

3 - Castello
Quando ero piccola osservavo dalla piazza la maestosa casa dal tetto verde e dalle tante, tantissime finestre con le tapparelle rosse. Mi sembrava un castello, anche se non aveva guglie. Però un muro di recinzione che mi vietava di avvicinarmi c'era. Il fosso invece no.
La chiamavano la casa delle cento finestre. Ho provato più di una volta a contarle, ma il lato a sud mi era completamente precluso.
Come un castello abitato dai fantasmi era sempre chiuso.
Ora sono grande, ma l'imponente edificio con le sue tante finestre continua ad affascinarmi. Nelle belle giornate mi affaccio sul mio balcone e lo guardo ammirata.
Ora è abitata e la proprietaria, da buona vicina, mi ha invitata a bere il caffè. Mi ha accolta nel salone dove un tempo i suoi avi organizzavano balli per l'alta società. Il pavimento lucido è sovrastato da un enorme lampadario di cristallo ed è circondato da quattro lati di librerie stracolme di libri. Quasi fosse il castello della Bella e la bestia.
Dimenticavo: le finestre erano davvero cento, ma ora sono centosette, dopo un ampliamento voluto dal nonno.

4 - Canto
Il sentiero si addentra sinuoso nel fitto bosco di faggi dalle mille sfumature calde dell'arancione: dal ruggine all'ambra, dal vermiglio al giallo mandarino, dal mogano all'ambra.
Le foglie cadute scricchiolano sotto i piedi e le narici sono punzecchiate dai profumi del sottobosco, di muschio e funghi.
Il gorgogliare del ruscello si fa sempre più lontano, il fruscio del vento tra le foglie più intenso.
Solo lui e la natura.
D'improvviso gli sembra di sentire una melodia tra gli alberi, il suono leggero di un violino mescolato a una voce soave dal timbro né maschile né femminile. Si sente attratto da quelle note dolci e leggiadre accompagnate dal canto malinconico.
Senza rendersene conto abbandona il sentiero.
Il pensiero corre veloce a un ricordo lontano, quando la nonna lo ammoniva sui pericoli del bosco e la presenza degli Sbilfs, folletti dispettosi che con il loro canto portavano via per sempre i bambini.
Ma è un attimo, un ricordo che non ha più forza.
Ed è troppo tardi.

5 - Mantello
«Mamma! Ho bisogno di un costume per stasera!» Irrompe nella stanza la ragazza al rientro da scuola.
«Buon pomeriggio anche te, tesoro. Com'è andata a scuola?»
«Sì, sì, ciao. A scuola tutto ok. Mi serve un costume per stasera. Ho deciso di andare alla festa di halloween.»
La mamma spegne la fiammella di gas sotto alla pentola del sugo e si volta a guardare severa la figlia, che nel frattempo ha gettato lo zaino a terra e si è rannicchiata sulla panca per spiluccare quanto apparecchiato in tavola.
«E no, tesoro! Te l'ho chiesto la settimana scorsa se andavi alla festa e se avevi bisogno di qualcosa per il costume. Non te ne puoi uscire ora che hai bisogno di un costume. Arrangiati!»
«E su dai, non fare la drammatica. Ho già pensato a tutto. Mi vesto da vampira. Metto il vestito corto nero, un po' di trucco pesante e via. Mi servono solo delle calze a righe...»
«E dove le andiamo a prendere delle calze a righe? È lunedì e i negozi nel pomeriggio sono tutti chiusi.» La interrompe la madre.
«Uff! Vabbè, metterò calze nere. Però a righe facevano più scena... Poi, mi serve un mantello...»
«E certo, un mantello perché tutti abbiamo un mantello nel nostro guardaroba!»
«Che scatole! Allora mi devi trovare un costume...»
La donna alza gli occhi al cielo. 
«Potresti vestirti da strega.»
«No, si veste così già Lorenza.»
«Allora da mummia. Ti fascio per benino con delle bende e...»
«Nemmeno per sogno!»
«Allora non so. Arrangiati. Fai sempre così. Ti decidi all'ultimo e poi ci devo pensare io.»
La donna esce dalla stanza. Deve stirare.
«E dai, mamma! Ti prego aiutatemi!» Le corre dietro.
La mamma sospira.
«E se ti vestissi da orsetto...»
«Cosa? Ma sei impazzita! Non ho più cinque anni. Che figura ci faccio!?»
«Lasciami finire. Puoi fare l'orsetto assassino o zombie. Prendi il pigiama da orsetto che ti ha regalato nonna per Natale, un bel trucco che sembri sangue dalla bocca e occhi da pazzo, il pugnale di plastica da Commander di tuo fratello e sei a posto! Costume originale che nessun'altra ha e te ne stai pure calda, visto che la festa è all'aperto.»
La ragazza la guarda perplessa. Poi sorride e le stampa un bacio sulla guancia: «Mamma sei un genio! La miglior mamma al modo. Ti voglio tanto bene!»

6 - Veleno
La casetta malconcia di legno si trova al limitare del bosco, distante dal borgo abitato.
La dimora della strega.
Tutti la evitano.
Tutti ne hanno paura.
Eppure prima o poi tutti passano a trovarla per risolvere un qualche problema: le fanciulle non ancora maritate che devono interrompere una gravida indesiderata, uomini facoltosi che hanno bisogno di una fattura per fermare un concorrente ambizioso, donne maltrattate che chiedono un veleno per liberarsi dal marito violento...
Oggi tocca a me.
Ho bisogno di un rifugio e di qualcuno che mi aiuti a diventare indipendente, perché la mia famiglia mi ha ripudiata.
Mi credono una strega come lei e mi hanno scacciata.
Con mano esitante busso all'uscio. La nodosa porta di legno annerita si apre scricchiolando.
L'anziano è seduta in fondo alla stanza su una logora poltrona sdrucita.
Mi sorride.
«Entra cara. Ti stavo aspettando!»

7 - Chiave
L'antica porta di legno si stagliava imponente davanti a lei.
Si fermò a osservarla stupita.
Poi, molto lentamente, prese la grossa chiave arrugginita dalla tasca.
«Quello che ti ho insegnato fin'ora non è nulla.» Le aveva detto la strega. «La mia eredità risiede in questa chiave. Quando morirò ti verrà rivelato il luogo. Fanne tesoro.»
Con mano esitante avvicinò la chiave alla serratura di ferro battuto dalla forgiatura artigianale, ancora più arrugginita della chiave. 
La ragazza si chiese se non fosse bloccata, ma con suo grande stupore la chiave girò come se la serratura fosse nuova. 
Con l'altra mano abbassò la maniglia e poi con entrambe spinse la pesante porta.
Fu dapprima colta una folata di polveri, che la fece tossicchiare, e poi dalla meraviglia: davanti a lei una maestosa biblioteca piena di antichi libri di magia, incantesimi e alchimia e in un angolo uno scaffale di romanzi poco noti o forse proibiti.
L'eredità della strega.

8 - Bacio
Furio era un benandante.
Nato con la camicia, destinato a combattere le streghe.
Ma come poteva farlo dopo quella notte?
Solo, aveva incontrato lei, la più bella e spietata strega del bosco.
E da quella notte ne portava sull'avambraccio il marchio: il 𝐼𝐿 𝐵𝐴𝐶𝐼𝑂 𝐷𝐼 𝑆𝑇𝑅𝐸𝐺𝐴, una promessa di amore o di morte.
Il suo era amore.

9 - Stagno
La carrozza correva sobbalzando ad ogni solco del terreno, ad ogni sassolino ad ogni buca.
I cavalli galoppavano sollecitati dalla frusta frenetica e convincente del cocchiere.
La fanciulla si teneva dura alla maniglia della porta recitando l'Ave Maria.
Dietro banditi malintenzionati in cerca di oro e di virtù femminile.
Era una fuga disperata e cieca.
Era freddo e buio in quella notte di ottobre del 1830. Una gelida nebbia avvolgeva alberi e vista.
Lo stagno era lì davanti, ma era nero come tutto il resto.
Quando i cavalli si accorsero dell'acqua che raffreddava i loro muscoli, nitrirono spaventati cercando di fermare quella folle corsa.
Ma era troppo tardi.
Cavalli e carrozza furono risucchiati nelle gelide acque profonde e di loro non si seppe più nulla.

10 - Cimitero
Ogni anno, nella notte di Halloween, il custode del camposanto organizzava una festa in cimitero. L'idea gli era nata un po' per dimostrare ad amici e conoscenti che quello non era un luogo da temere, un po' perché voleva che, almeno una volta all'anno, i suoi ospiti silenziosi potessero godere di un'allegra compagnia e non sempre di lacrime e pianti.
Le sue feste erano ben presto diventate famose, un po' per l'originalità del luogo, un po' perché l'organizzazione era eccellente e ci si divertiva come in nessun'altra festa.
In breve tempo nella cittadina era scemato ogni timore per quel luogo e per la notte più terrificante dell'anno.
Eppure ancora nessuno si era accorto che ogni anno dal cimitero scompariva qualcuno per non fare più ritorno.


P.S. Uno di questi racconti è stato usato da un'amica maestra per una lezione sul testo descrittivo in quarta elementare. Non vi dico l'emozione di sapere che le proprie parole sono state d'ispirazione per giovani menti che ne hanno tratto bellissimi disegni e hanno scoperto parole nuove.

venerdì 17 maggio 2024

Un anno di LA LIBRERIA DI MONTAGNA

Voglio innanzitutto ringraziare tutti voi! Voi che lo avete letto e recensito, che avete lasciato le stelline su Amazon, che mi avete supportata con cover reveal, segnalazioni e condivisioni! GRAZIE!

È stato un anno ricco di soddisfazioni! E non è retorica!

La storia di Agata e della sua insolita libreria di montagna è stata apprezzata e ancora viene letta con costanza. Non grandi numeri, ma duraturi nel tempo. È stato il mio libro più letto e recensito.

Ma non voglio parlare di numeri, ma di quello che mi ha portato come contatti umani e crescita personale.

Mi ha portata a due presentazioni dal vivo assieme a due autori locali che apprezzo e ammiro, alla programmazione di una presentazione per questa estate in un rifugio e mi ha portata per due pomeriggi all'interno di altrettante scuole medie per parlare del mestiere dello scrittore, un'esperienza che mi ha arricchita molto.

Grazie a questo romanzo, ho potuto conoscere persone meravigliose, anche se solo virtualmente, ho conosciuto autori nuovi e i loro libri. Sì, perché grazie a questo libro, ho partecipato a un festival letterario on-line e per la prima volta a un GDL.

È stata una storia scritta per sognare, ma che mi ha dato tanto nella vita realtà!

mercoledì 6 marzo 2024

Fiere e festival letterari 2024 in Friuli Venezia Giulia


📚 Post in continuo aggiornamento (agg. il 22.12.2024)



📕16-23 marzo a Pordenone si terrà la 30^ edizione del Dedica festival.
Un’intensa settimana di teatro, conversazioni, musica, arte e libri per una vera immersione nel mondo dell’autore protagonista, attorno al quale ogni edizione costruisce uno specifico itinerario. Quest'anno è dedicato a Arturo Perez Reverte.


📙 Festival letterario Geografie dal 20 al 24 marzo a Monfalcone:
Scrivere la terra
Leggere la terra


📘 Divagazioni sul territorio - Piccolo Festival Itinerante tra libri, luoghi e persone
Camino al Tagliamento5-7 aprile
Un nuovo modo, lento e rilassato, di conoscere autori e storie vagando nel piccolo territorio di Camino.


📗 Dal 29 aprile al 05 maggio a Trieste la VII edizione di Trieste Book Fest.
Tema di quest'anno: Sfumature.


📕 Aprile e maggio - Aspettando la notte dei lettori Udine


📙 Dal 5 maggio, per tutto il mese, Piazza Novecento, festival itinerante che esplora 10 località del Friuli Venezia Giulia a partire dalle piazze che nel Novecento sono state protagoniste di eventi storici di rilievo. Dieci passeggiate gratuite condotte da storici, giornalisti e scrittori, guide d’eccezione per visitare le città con gli occhi del Novecento, e anche presentazioni di libri, un podcast, una mappa interattiva e una linea del tempo che si dipanerà nel corso del progetto.


📗 Dal 7 al 12 maggio a Udine - Festival Vicino/Lontano
Incontri, dibattiti, conversazioni, conferenze, lezioni, letture, mostre, spettacoli e proiezioni occupano per quattro intense giornate il centro storico della città e alcuni dei suoi edifici più suggestivi.

📘 Dal 20 al 26 maggio èStoria, la manifestazione di Gorizia che da venti anni porta la storia al centro del dibattito pubblico.
Durante le giornate del Festival si alternano dibattiti, presentazioni di libri, spettacoli, mostre, proiezioni e racconti di testimonianze.


📙 Dal 6 al 9 giugno con anticipazioni dal 1 giugno - La notte dei lettori per le vie di Udine
Viaggi, erranze, partenze, ritorni


📗 Dal 14 al 16 giugno - Vie dei libri a Tolmezzo
Festival letterario dedicato ai libri e alla montagna, alla ricchezza e molteplicità di storie, paesaggi, luoghi, persone e tradizioni che si incontrano al crocevia tra Mitteleuropa e Adriatico.


📗Dal 04 luglio al 28 agosto - 33a edizione di Libri e autori a Grado, salotto in spiaggia
Organizzazione: Associazione Culturale CLIO
Curatore: Giuliana Variola
Indirizzo: Viale Dante Alighieri, 72 - 34073 Grado (GO)
https://www.itinerarinellarte.it/it/eventi/libri-e-autori-a-grado-2024-9796
https://www.facebook.com/librieautoriagrado/?locale=it_IT
30 eventi in 3 giorni
Leggi l'articolo di Studio Nord News
https://www.tolmezzoviedeilibri.it/


📕5-6-7 luglio in Val Pesarina (Prato Carnico - UD) il festival Estensioni: la letteratura non ha confini.
https://www.festivalestensioni.it/


📙18-22 settembre la nuova edizione di Pordenonelegge.
https://www.pordenonelegge.it/


📙 Festival Vicino/Lontano Mont dal 26 al 28 settembre a Cercivento, Paluzza, Ravascletto, Sutrio Treppo Ligosullo.
Tema: l’abitare nel suo significato più ampio e in tutta la sua problematicità, in un tempo in cui – in tutte le Terre Alte – il cambiamento climatico e gli squilibri demografici fanno sentire i loro effetti in modo particolarmente evidente e dove un importante patrimonio paesaggistico e abitativo, spesso in stato di abbandono, impone una riflessione sul rapporto tra architettura e paesaggio, tra natura e cultura.  
https://www.vicinolontano.it/vicino-lontano-mont/

📘 Dal 09 al 12 ottobre è previsto a Trieste il festival letterario Barcolana un mare di racconti
L’evento culturale propone un viaggio nel mare della grande letteratura. 


📗Dal 16 al 20 ottobre è prevista la settima edizione del Festival del Coraggio, a Cervignano del Friuli (UD)



Ne conosci altri? Non esitare a segnalarmeli!

domenica 11 febbraio 2024

Murales e libri - Racconto


«Ma alla fine lo hai visto il mio nuovo murales?»

Il tram sobbalzò a causa di una buca.

«Mmm...» Giovanni sollevò appena il capo dal cellulare. «Quello a Certosa? No, non ci sono stato.»

Seguì un lungo silenzio. Da un po’ di tempo i due amici si stavano allontanando. Enea dopo le superiori aveva intrapreso un percorso di studi artistico, nel tentativo di trasformare la sua passione per il disegno, e la Street Art in particolare, in una professione, mentre Giovanni aveva deciso di chiudere con lo studio e di lanciarsi nel mondo del lavoro, sbattendo il grugno sulla dura realtà: non era affatto semplice trovare un lavoro, men che meno soddisfacente e duraturo. I due ragazzi dopo aver trascorso tre cicli di scuola assieme, improvvisamente non condividevano più la quotidianità e le esperienze e avevano scoperto di non avere molto altro in comune se non i vecchi ricordi, ma non rinunciavano a passare il sabato pomeriggio assieme.

«E sentiamo, cosa avresti disegnato stavolta?» Il tono era ironico ed Enea ricambiò alzando il dito medio.

Giovanni ritornò a guardare il cellulare.

Enea estrasse dallo zaino il libro che si portava sempre dietro. Amava molto leggere e ciò si rifletteva nella sua arte.

«Dai, è qui vicino. Che dici se scendiamo alla prossima fermata e andiamo a vederlo? Ti prometto che poi andiamo a Piazza Marsala in direttissima.»

«Uff! E va bene. Tanto non mi molli finché non lo avrò visto.» Riponendo il cellulare in tasca si avviò verso la porta del tram.

Quando era nato il progetto On The Wall, Enea passava tutto il suo tempo libero a guardare gli artisti della Street Art in azione. Conosceva il background di tutti i graffittari. A volte si sedeva sul marciapiede e ricopiava sul suo blocco da disegno le opere murali, personalizzandole. Un giorno un anziano del posto gli si era avvicinato e, sbirciando i suoi disegni, aveva attaccato bottone. Due giorni dopo gli aveva chiesto di realizzare un disegno sul suo muro di recinzione; lo aveva da poco ristrutturato e non voleva che glielo imbrattassero con scritte e segnacci volgari. Era certo che un bel dipinto sarebbe stato un valido deterrente per i vandali.

«E ricordami: quanto ti ha pagato il vecchietto?» I ragazzi si incamminarono tra i caruggi.

«Non è una questione di soldi. Ho una mia opera accanto a quelle di grandi artisti! È un modo per farmi notare e far conoscere il mio nome. Pensa ai turisti che fotografano i murales di Ozmo, Zedz, Tiler e… Eneart!»

L’anziano gli aveva fornito i materiali e laute merende, ma aveva ragione Giovanni, non gli aveva dato soldi per il suo lavoro. Ma a lui andava bene così.

«Il solito fesso!»

«Come credi.» Enea sospirò. «Per me è stata una grande occasione ed è il vanto del mio book artistico!»

«A proposito di “book”… Non dirmi che anche questa volta hai disegnato libri?»

Il graffitaro arrossì.

«Non la capisco questa tua mania per i libri e la lettura. Non disegni altro!»

«Vorrei che la mia arte trasmettesse un messaggio e il messaggio che voglio trasmettere in questo momento è che leggere è coul! Si legge sempre di meno e ci stiamo impoverendo. Meno leggiamo e meno parole conosciamo e meno riusciamo a esprimerci. E senza parole non siamo in grado nemmeno di pensare.»

«Fermo, fermo! Basta con ‘sto pippone!»

Mentre camminavano Enea notò gli occhi dell’amico scorrere e soffermarsi su quei muri d’arte. 

A questo servivano: a stimolare gli stati d’animo e i pensieri. Ed era per questo che non perdeva occasione per portare il suo amico in quel quartiere.

«Va bene, la smetto. Ma se la mia arte riuscisse a stimolare una sola persona a leggere mi riterrei realizzato.» E sorridendo aggiunse: «Povero ma realizzato!»

Giovanni rispose con una gomitata scherzosa.

Voltarono l’angolo ed eccolo lì il murales di Eneart.

Un bambino seduto su una pila di libri intento a leggere circondato da animali fatati, mongolfiere, velieri, streghe e sirene, in un tripudio di colori. E in basso a destra, dove l’alto muro di recinzione lascia il posto a un muretto più basso, la firma dell’artista momentaneamente non visibile.S

eduta sul muretto, proprio accanto al murales di Enart una ragazza tutta vestita di nero stava leggendo un libro dalla copertina rossa.

domenica 7 gennaio 2024

2023: un anno di libri

Con un po' di ritardo, eccomi con  l'annuale appuntamento dei libri letti nell'anno appena concluso.

Devo dire che il 2023 è stato un anno ricco di letture: non solo ho letto i libri che troverete qui di seguito, ma ho letto anche molti racconti (soprattutto autori che seguo su Instagram) e ho riscoperto la lettura di giornali e quotidiani, anche se in maniera non sistematica.

Tra le mie letture ci sono state una manciata di e-book e una graphic novel. Dopo tanto tempo ho ripreso a leggere anche qualche classico, ma soprattutto, grazie anche a un gruppo di lettura su Instagram, ho letto diverse autrici self. Per lo stesso motivo il numero dei fantasy è aumentato, rispetto alle mie solite letture. Infine, non sono mancati alcuni saggi. Insomma, al solito ho spaziato tra i generi, senza pormi limiti.

Noto con piacere che anche quest'anno riconfermo la predilezione per le letture nostrane, mentre la scelta tra autrici e autori è in equilibrio (anche se quando scelgo un libro non guardo il genere dell'autore).

Se volete sapere quali sono state le mie letture preferite, vi invito a visitare la mia pagina Instagram dove ho dedicato un apposito post.

  1. Il canto di Mr. Dickens, Samantha Silva
  2. Fantasmi in viaggio, Paolo Morganti
  3. Paolo e Francesca, Matteo Strukul
  4. Finché non aprirai quel libro, Michiko Auyama
  5. Sarò breve, Francesco Muzzopappa
  6. Shakespear and Company, Sylvia Beach
  7. Fruta di una volta, Iside Del Fabbro
  8. Il rosmarino non capisce l'inverno, Matteo Mussola
  9. Angélique, Guillaume Musso
  10. Il canto del lago, Veronica Cantarutti
  11. Quattro gatti di strada, Raffaella Cargnelutti
  12. La via della narrazione, Alessandro Baricco
  13. La confraternita degli storici curiosi, Jodi Taylor
  14. La ricamatrice di Winchestern, Tracy Chevalier
  15. Passione libri, Debbie Tung
  16. Il gioiello dalle sette stelle, Bram Stoker
  17. Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Mark Hoddon
  18. La caffetteria dei desideri, Danila Perelli
  19. La sensualità del libro, Angelo Floramo
  20. Il conte di Mazara - Una storia siciliana, Alexandre Dumas
  21. Daisy - Storie preziose, Saniela Perelli
  22. La biblioteca selle ultime possibilità, Freya Sampon
  23. Le spiritate di Verzegnis, Raffaella Cargnelutti
  24. La Sicilia degli Dei - Una guida mitologica, Giulio Guidozzi e Silvia Romani
  25. Sogni e bollicine, Jane Rose Caruso
  26. La libreria dei gatti neri, Piergiorgio Pulixi
  27. Nello sguardo della volpe, Paolo Palladino
  28. Breve storia del segnalibro, Massimo Gatta
  29. Scrivere è un tic - I segreti degli scrittori, Francesco Piccolo
  30. Pronto soccorso per scrittori esordienti, Jack London
  31. Come un vivido sogno d'autunno, Nora Cellino
  32. Miss Book a casa glicine, Jane Rose Caruso e Lisa Bresciani
  33. Vestigia Amoris, Giorgia Saolini
  34. Cuore di gatto, Cristina Origone e Sara P. Grey
  35. La casa degli orologi, Cristina Fabbrini Seravalle
  36. Realtà parallela, Anna Luna Fiordaliso
  37. Valleynight - The prince and the thief, Lisa Saporito
  38. Natale con la signorina Kane, Caroline Mickelson
  39. La libreria degli scrittori romantici, Maria Cristina Arena
  40. La pulce e altre storie della Carnia, Raffaella Cargnelutti
  41. Foscaletto il borgo dei sogni, Cristian Milia
  42. Il racconto del cielo - Romanza della notte, Lorenzo Giol
  43. La cioccolateria in Muffin Street, Jane Rose Caruso
  44. Creature luminose, Shelby Van Pelt.

Come vi sembra la mia lista?
E voi, cosa avete letto nel 2023? Vi va di condividere con noi le vostre letture?