Il metodo più veloce è sicuramente mettere
ai vostri protagonisti il primo nome che salta in mente, magari avendo bene in
testa le caratteristiche del personaggio. Certi nomi portano il carattere di
una persona con sé: nomen homen,
dicevano gli antichi. Vi è mai capitato di associare un determinato carattere ad
una persona, magari perché quel nome vi ricorda qualcuno conosciuto veramente?
Ecco, avete capito di cosa parlo. Personalmente, mi è capitato di sentire un nome
o un cognome che mi ha colpito particolarmente, per cui me lo sono appuntato e
ne ho creato le caratteristiche principali, in attesa di trovargli una storia.
Un altro metodo è quello ci aprire l’elenco
telefonico e scorre i nomi con il dito. Questo metodo si addice molto se si
sceglie di ambientare il proprio racconto o romanzo in un luogo reale e
circoscritto. Si individuano così i cognomi locali e si rende la storia più
reale. Il rischio è cadere in qualche omonimia e crearsi qualche imbarazzo o
dissapore dando il nome di qualcuno a un personaggio fantastico. Per ovviare a
questo inconveniente si potrebbe
prendere un cognome noto e cambiargli solo una lettera. Anche se non sempre il
trucchetto funziona. Bisogna evitare il più possibile di prendere dall’elenco
l’accoppiate cognome-nome. Meglio sceglierne uno (di solito il cognome, visto
che è il più difficile) e aggiungerci l’altro scegliendo tra quelli che non
compaiono nell’elenco.
Si possono, infine, creare dei simpatici
giochino. Perché, per esempio non dare per cognome a tutti i personaggi della
storia il nome di un animale o di un alimento? Questo metodo va bene
soprattutto per le storie comico-ironiche o per racconti simpatici.
Insomma con un po’ di immaginazione e fermandosi
a pensarci un attimino si trova facilmente la soluzione giusta.
Un’ultima raccomandazione: evitiamo nomi o
cognomi di persone che frequentiamo abitualmente, qualcuno potrebbe offendersi
per essere stato “citato”, altri per non esserlo stato (esperienza provata
sulla pelle, anche se la scelta era stata involontaria).
Per approfondire:
1) Pennablu
Io nei racconti brevi amo non dire il nome dei personaggi. Mi piace l'effetto "universale" (cioè il fatto che potrebbe essere chiunque).
RispondiEliminaQuando però scelgo di usare i nomi nei racconti come nei romanzi li scelgo o cercando sul dizionario o facendo strani accostamenti d'idee.
Solo nelle fiabe scelgo il nome dei personaggi in base al loro carattere. Nel mio primo libro per esempio c'è una strega che si chiama Carciofella per il suo carattere pungente. Nel secondo tutte le fatine hanno un nome che riguarda l'elemento da cui derivano. Insomma, l'argomento è complesso e ci sono molti casi diversi.
Trovo molto interessante l'uso dell'elenco telefonico per i cognomi.
Hai ragione l'argomento è molto complesso e non si esaurisce qui. Ed in effetti ho intenzione di aggiornare questo post con il link ad altri blogger che hanno affrontato l'argomento, come Pennablu. Perché non ne scrivi uno anche tu?
EliminaPotrei anche farlo, sai? Se mi viene una bella idea...
EliminaMolte volte è bello dare un significato più profondo al nome di un personaggio. Magari sarà noioso andare a cercare significati reconditi in rete,ma ti assicuro che creare una storia cosi è molto più divertente e si possono lasciare significati interessanti dietro le proprie scelte.
RispondiEliminaUn esempio,come hai detto tu,è quello del nome di animali ecc..che secondo me se usata bene e nascosta in modo da essere notata solo da occhio attento è la via giusta :)
Sono perfettamente d'accordo con te. Come ho già detto a Romina Tamerici il tema è molto ampio e non mi sono venute in mente tutte le possibilità.
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